La “luna” torna a splendere dopo le chiusure che hanno fermato le rappresentazioni di SHINE Pink Floyd Moon, opera rock di Micha van Hoecke, creata nel 2019 sulle canzoni della leggendaria band inglese – eseguite dal vivo dai Pink Floyd Legend ed interpretate da Denys Ganio e i ballerini dalla Compagnia Daniele Cipriani. Nell’ambito della stagione dell’Accademia Filarmonica Romana, lo spettacolo di musica, luci e danze psichedeliche, dedicata ora alla memoria del suo creatore, recentemente scomparso, va in scena al Teatro Olimpico il 13 e 14 novembre, entrambi i giorni alle ore 17 e 21.
Le canzoni senza tempo dei Pink Floyd, ponte tra rock e musica classica, e colonna sonora degli anni giovanili hanno ispirato al coreografo/regista russo-belga Micha van Hoecke SHINE. Lui stessa la definì “una musica che ha un’anima e che, nell’immaginario collettivo, è legata alla giovinezza interiore di tutti noi.
Punto di partenza nella creazione di SHINE Pink Floyd Moon è il celeberrimo brano Shine on You Crazy Diamond in cui i quattro Pink Floyd – al secolo Roger Waters, Nick Mason, Richard Wright e David Gilmour – rendevano omaggio al loro compagno Syd Barrett che si era perso nelle regioni sconosciute della “luna”, intesa come malattia mentale. In SHINE Pink Floyd Moon, Syd è interpretato da Denys Ganio, già étoile del Balletto di Marsiglia ed interprete dal famoso Pink Floyd Ballet di Roland Petit, balletto cult che debuttò nel 1973, in piena epoca pop, con la band inglese che suonava dal vivo.
Un filo sottile lega dunque il passato al presente. Non a caso, Syd/Ganio ha un alter ego giovane e guizzante, il ballerino Mattia Tortora, affiancato dai solisti e corpo di ballo Compagnia Daniele Cipriani, mentre l’ipnotico sound psichedelico e le liriche ammalianti dei Pink Floyd sono oggi interpretate (sempre dal vivo) dall’odierna ed acclamata band italiana Pink Floyd Legend (direttore musicale Fabio Castaldi). Musicisti, vocalist, ballerini intrecciano sapientemente le loro arti per creare una vera simbiosi, sicché lo spettatore ha realmente l’impressione (prendendo in prestito una massima di Micha) che “il canto è una danza che si sente e la danza è un canto che si vede”.
A oltre mezzo secolo dall’allunaggio “fisico”, un sapiente gioco di luci, laser e videoproiezioni trasforma lo spazio scenico di SHINE Pink Floyd Moon in una surreale luna abitata da personaggi come il “doppio” di Syd, una specie di Pierrot Lunaire, l’essere crepuscolare che catturò la fantasia di Arnold Schoenberg. Visioni oniriche che s’incrociano per creare mondi siderali, eppure molto vicini… forse perché dentro di noi? Come intuiva molti secoli fa il filosofo alessandrino Origene: “Sappi che sei un altro mondo in miniatura e hai in te Sole e Luna e anche le Stelle.” SHINE è dunque un viaggio nel mondo della luna interiore dell’essere umano: non solo luogo di follia e senno smarrito, bensì simbolo della poesia, della fantasia, della vita stessa.
“È la mia autobiografia che racconta anche la vita di ogni uomo”, spiegava Micha van Hoecke, “la storia delle nostre vite che procedono a cicli, con un movimento circolare come quello della musica e della danza delle stelle, della rotazione della luna: un moto scandito da un continuo processo di nascita-morte-rinascita. SHINE è un lavoro intriso di speranza, in cui la fantasia diventa l’arma per combattere il materialismo che imperversa, il potere e le brame che incombono oggi.”
Non è difficile scorgere in SHINE Pink Floyd Moon un testamento spirituale di Micha van Hoecke che con questo suo ultimo lavoro ci esorta ad accendere il lato luminoso della nostra luna interiore, per ritrovare sempre noi stessi, anche in questi tempi di smarrimento.