Le carte da gioco portano con sè qualcosa di antico ed arcano ma nello stesso tempo ricordano sempre scene di vita quotidiana, familiare e sociale. Spesso le associamo a quel tempo in cui le faccende della vita vengono messe da parte per darsi completamente alla concentrazione sul gioco e alla convivialità delle compagnie. Alcune feste come il Natale non sarebbero tali se qual
cuno ad un certo punto non le tirasse fuori dal cassetto per proporre di giocare. Da sempre la loro interpretazione ci dice cose sul presente e sul futuro una volta disposte sul tavolo e secondo le combinazioni delle figure ne possiamo essere illuminati o spaventati. Oggetto di un passato non digitale, le carte ci svelano un lungo percorso dell’evasione umana e oggi quando le guardiamo sembrano un pezzo di storia che sopravvive perché ancora qualcuno le tiene in mano e le distri
buisce in modo rituale e osservando regole precise. Ma sono anche oggetti di culto che due arti sti hanno voluto avvicinare con le loro tecniche per restituircele nella forma a loro più congeniale. Virginia Carbonelli è rimasta nel perimetro della carta da gioco rivisitandone la simbologia con la sensibilità e la modernità di chi usa il segno grafico come suggestione visuale, attraverso le mati te e la china su carta. Ne scaturisce una produzione, a tiratura limitata, di trenta mazzi completi, composti ciascuno da quaranta carte, come nella tradizione italiana. Maurizio Prenna con la tecnica del cartonnage fuoriesce dalla carta e visualizza con colori smaglianti e fedeli all’originale le figure: asso, cavallo, fante e re, ciascuno di un seme diverso, in chiave tridimensionale. Per en trambi non è solo la carta da gioco ad essere ispirativa ma anche quel richiamo evocativo che la rende oggetto d’interesse artistico. Le carte fatte di carta rivisitate con l’arte per dar vita ad un nuovo gioco che ci vede non come giocatori ma come spettatori affascinati dal segno, dal croma tismo, dalle figure. Nata per gioco, come succede maneggiando le carte, questa mostra riunisce i lavori dei due creatori che in maniera diversa si sono ritrovati sullo stesso tavolo a interpretare questi oggetti del passato. Il risultato ci riporta al piacere di vedere, nella infinita collezione di ciò che ci circonda, un simbolo apparentemente marginale ma in realtà archetipico per ciò che rap presenta ed evoca. E allora denari, bastoni, coppe e spade ci invitano a un ritorno a quel passa to, sicuramente migliore di questo presente, dove gioco e socialità scaldavano il cuore e regala vano gioia.
Inaugurazione giovedì 28 aprile 2022, ore 18.00
Dal 28 aprile al 6 maggio 2022
lunedì – venerdì, ore 16.30-20.00
sabato su appuntamento
Via di San Martino ai Monti, 46 – 47 Roma