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Sullo sfondo della Milano da bere, le vite intrecciate di Nico, Irene e Sheila, Chirone e il Coboldo, raccontano la storia di tutti noi e di un’Italia che cambia, in un sontuoso romanzo corale

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La città del Nord che ospita i personaggi di Desideri deviati è anche la sua protagonista, con i suoi uffici, le sue fabbriche dismesse e le sue passerelle. Chi la abita è animato da forze molto diverse: amore, cultura, successo, giustizia politica. E dunque, cos’è che vuole veramente, qual è il desiderio più profondo di Nico Quell, inquieto “ragazzo senza qualità” che avevamo già incontrato in Cuori fanatici? Attorno e insieme a lui, si muovono gli altri personaggi di questo romanzo, che a cavallo tra realismo e fantasia gotica racconta con uno sguardo affilato l’editoria e la moda, miniere
di sogni e frustrazioni, all’inizio di un decennio, gli Anni Ottanta, in cui tutto è in mutazione: l’editore Minaudo e il deforme Coboldo, la modella Sheila B., misteriosa amazzone nera, gli ambigui architetti Igor e Vera Macchi, Irene, sorella persa e ritrovata, il maestro Chirone… Ognuno ingaggiato in duelli intellettuali o amorosi, fatui o violenti, dove ci si gioca il senso della vita. Ma il desiderio non si compie mai, è per sua natura deviante: nella capitale del lavoro – fotografata un istante prima che si trasformi in città delle attrazioni – si smania sempre per qualcosa, e si finisce per ottenere o perdere qualcuno. E sotto la sua superficie scintillante, come nel film Metropolis, c’è un popolo che vive nelle sue viscere, un’energia barbarica, selvaggia, pronta a ribellarsi per riconquistare la città