Sembra che oggi i trenini elettrici non siano più un gioco per bambini. Sembra che il mercato dei modellini perfetti e funzionanti – nel quale una volta contavano molto le aziende italiane Lima e Rivarossi – siano una cosa da adulti, ultrasessantenni esperti e appassionati. Ma c’è mai stato un tempo in cui i trenini elettrici, che venivano forniti anche in scatole da montare, sono stati per bambini? O non erano i genitori che costringevano i bambini al rito della costruzione della locomotiva, dei vagoni, degli accessori sempre più complessi, fino alla costruzione di interi paesaggi con treni sfreccianti? I bambini dovevano guardare, non toccare e tendenzialmente applaudire il bravo papà che si stava “sacrificando” per loro… Al massimo potevano assemblare le rotaie, e accendere l’interruttore. Ascoltando il genitore che afferma compiaciuto: “Quanto siamo stati bravi!” Seguito dall’ammonimento: “Attento, non rovinare tutto!” Rispetto a ieri, oggi, la differenza sta nel mancato coinvolgimento di figli e nipoti per rifiuto di attenzione. È come costringere la famiglia a rivedere in salotto le vacanze in filmino super8. Gli adulti giocano da soli. Ma non avrebbero mai potuto giocare a fare i ferrovieri se un fabbro americano, Thomas Davenport, non avesse brevettato il primo motore elettrico. Era il 25 febbraio del 1837. In Italia di ferroviere vere c’è n’erano proprio poche, i trenini sarebbero arrivati molto più tardi. Piuttosto, erano migliori i Lima o i Rivarossi? Le due aziende da tempo sono scomparse, lasciando l’interrogativo senza risposta…
La storia di Thomas Davenport
http://www.wired.it/attualita/tech/2014/02/25/primo-trenino-elettrico/