Una rilettura in chiave jazz di una della musica italiana: domenica 20 marzo, al Teatro Eliseo di Roma, si terrà “De André … e il mio jazz!”, Festival percorsi jazz. Un concerto ideato dalla cantante Danila Satragno che ripercorre i più grandi successi di Fabrizio De André. Dirige l’orchestra il Maestro Ettore Fioravanti, che ci ha gentilmente concesso questa intervista.
Maestro, De André e il jazz: quale simbiosi?
“In realtà De André non aveva nessun collegamento diretto con il jazz tradizionale, ma si tratta di vestire la sua musica di una vena jazzistica, usando strumenti, voci e musicisti che suonano jazz, accorgimenti particolari, più jazzistici appunto. Abbiamo voluto mettere addosso alla musica di De André un vestito, anche attraverso un’operazione di arrangiamento, curata dal sottoscritto insieme ad altri musicisti”.
Lei dirigerà l’orchestra …
“Sì, dirigerò un estratto dell’orchestra del Santa Cecilia, con l’aggiunta di alcuni solisti, tra allievi e docenti del Conservatorio. E’ un’orchestra ad hoc, messa insieme proprio per l’occasione, composta da cantanti e musicisti. L’idea è quella di avere sostanzialmente tre nuclei – vocale, gruppo ritmico e a fiato – che vanno ad intersecarsi tra di loro. La scelta degli elementi si è basata su elementi razionali, andando a privilegiare quelle risorse che, per qualità e capacità, rendevano meglio in un concerto di questo tipo”.
Quale crede sarà la reazione del pubblico?
Verranno eseguiti alcuni dei brani più famosi di De André come Marinella, Il Pescatore e Bocca di Rosa, per un totale di 11 pezzi, tutti ovviamente rivisitati in chiave jazz.
È abituale per chi suona jazz confrontarsi con del materiale nuovo, ma anche una sfida. L’effetto sorpresa viene dal colore che avrà quel “vestito jazz”. I pezzi sono infatti quelli di De André, con testi originali cantati con quasi sempre le stesse tonalità. E’ come se stessimo mangiando un piatto della cucina iraniana condito però con olio italiano: è quella chiave, quel sapore diverso che rende il tutto più bello. Ne viene fuori un mix interessante come è proprio della musica jazz che, per definizione, non ha nessun confine”.
Domenica sul palco ci sarò anche una persona che è stata molto vicina a De André, giusto?
“Danila Satragno, oltre ad essere ideatrice e voce principale di questo concerto, conosce perfettamente i colori originali di De André perché ha lavorato con lui. E’ la testimonial più adatta a garantirne la continuità, la non violazione del suo volere. Ed anche lei mi sembrava molto contenta di aver condito questa musica con un olio diverso …”
Cosa rappresenta questo concerto per il Santa Cecilia?
“Un’occasione importante, un segnale di apertura del Conservatorio, di solito considerato un luogo chiuso, che in realtà, oltre a una scuola, è anche centro di produzione. Quindi il fatto di stimolare certe iniziative e produzioni, che vengono scritte e arrangiate ad hoc, e portarli al di fuori dalle mura accademiche è senz’altro un fattore molto positivo”.