Prince Roger Nelson è stato, è e sarà musica.
In un mondo (quello del 2016) dove il music business è in larga parte un coacervo di gossip, di zecche e di zombi non è poco. Parlare di Prince significa parlare di sostanza, ovvero di musica popolare contemporanea e di stili che includono soul, funk, R&B, dance, hip hop, club, rock, neo-psichedelia, noise, ambient e perfino un po’ di sana sperimentazione.
Artista versatile e instancabile, ideatore di concerti/performance dove ogni cosa era studiata, progettata e realizzata con precisione millimetrica, leader maniacale e spietato, nel corso di una carriera quasi quarantennale Prince ha costantemente ampliato il proprio panorama espressivo, arrivando a picchi straordinari di notorietà e poi defilandosi senza tuttavia smettere di cercare sbocchi inediti per la propria irrequieta esuberanza artistica.
Il 21 aprile 2016 la notizia della morte di Prince (o, se preferite, di Alexander Nevermind, Jamie Starr, Joey Coco, TAFKAP – The Artist Formerly Known as Prince) si diffuse rapidamente. Molti, soprattutto quelli che da tempo lo avevano dimenticato, si sentirono in dovere di dire o scrivere qualcosa – qualsiasi cosa – in proposito, che si trattasse di usare sciocchi soprannomi oppure di alludere alle vere ragioni della sua dipartita ma l’unica cosa di cui aveva e ha senso parlare, nel caso di Prince, è il lavoro, da dove iniziò il suo cammino e come arrivò a includere nella propria opera la lezione di Sly & the Family Stone, Parliament, Funkadelic, Marvin Gaye, James Brown, Jimi Hendrix, Johnny “Guitar” Watson, Sylvester, Isaac Hayes e…Batman.
Noi lo faremo, con Maurizio Principato, raccontando la sua vita elettrica e ascoltando/vedendo le sue canzoni più famose.
“Sometimes it snows in april”
La vita elettrica di Prince
Lunedì 16 maggio
Ore 20.30
Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo, 14
20135 – Milano
Tel. 02 5999 5206
