LA MOSTRA – Attualmente è in corso a Palermo, presso il Centro Internazionale di Fotografia diretto da Letizia Battaglia, la mostra “Zeitwirdknapp – Non c’è più tempo – Retrospektive 1977-2019” di Minor Zownir. L’esposizione, disponibile fino al 31 luglio, celebra l’autore di “Tenebre su Kreuzberg” con una raccolta di oltre settanta fotografie – scattate tra il 1977 e il 2019 – accompagnate da una selezione di video tratti da alcuni suoi film.
IL LIBRO – Un bicchiere di whisky fracassato contro il muro e le schegge di vetro che gli pugnalano la gola: nello specchio, Nick si guarda il collo gocciolante di sangue finché non perde conoscenza. Ha tentato il suicidio o qualcuno, forse, ha cercato di ucciderlo?
Il fotografo e regista Miron Zownir torna alla letteratura con un noir folgorante, corredato da una selezione dei suoi scatti berlinesi.
Siamo a Berlino, nel 2012, Nick ha trent’anni e vive dell’elemosina di sua madre. È sposato con una donna che non ama e vaga per la capitale di notte alla ricerca di scatti suggestivi. Ha un disturbo della personalità e problemi con l’alcol proprio come suo padre, il detective Berger. Il rapporto tra i due è appeso a un filo, ma Nick vuole aiutarlo a scovare l’assassino – sempre lo stesso – che si aggira dopo il tramonto, spinto dalla follia, in cerca di nuove vittime da strangolare.
Come nelle sue fotografie, anche nella scrittura l’attenzione di Zownir è tutta rivolta agli emarginati della società: irrisolti e dilaniati da conflitti interiori, si trascinano alla ricerca di qualcosa che non riescono neppure a identificare fino ad allontanarsi irrimediabilmente da sé stessi. L’allucinazione assume i connotati del sogno: realtà, crisi psichica e dimensione onirica conflagrano quindi in una narrazione che diviene una spirale di follia.
Tra i vicoli di Kreuzberg, il quartiere più caratteristico e alternativo della capitale tedesca, la penna di Zownir si muove tra luci e ombre proprio come uno scatto.
Con una sensibilità artistica che ammalia, il poeta della fotografia radicale ci spinge ancora una volta a guardare diversità e tabù e a non distogliere lo sguardo.
«Miron Zownir è lo scrittore che fotografa, è la lente che scrive. “Ombra” non è il termine
adatto a definire ciò che Miron Zownir mostra con la sua arte. “Estremo” e “geniale” sono termini migliori.
Che ci piacciano le sue foto o che le sopportiamo a stento, sono di certo insolite.
Una volta che ci si abitua si viene riccamente ricompensati».
Peter Wawerzinek
L’AUTORE
Miron Zownir è uno dei fotografi radicali contemporanei più importanti. Ispirato da Diane Arbus, Robert Frank e Weegee, Zownir ha fotografato la Berlino e la Londra punk degli anni ’70, la scena underground gay-drag di New York degli anni ’80 e l’est Europa del post-comunismo. Ha esposto in gallerie a Londra, Berlino, New York e Mosca. È autore di racconti e romanzi crime-pulp oltre che sceneggiatore e regista.