Che fine può fare una neonata abbandonata accanto a un cassonetto della spazzatura in un vicolo di Napoli? (Ma anche in qualunque altra città…) La risposta sarebbe scontata se Maurizio De Giovanni non trovasse il modo di “abbandonarla” a due passi dal Commissariato di Pizzofalcone, cuore di Napoli, popolato da un pugno di poliziotti malandati – ciascuno a suo modo – e di dotarla di un corredino che di per se’ e’ un indizio. L’indizio che basta – per poliziotti dolenti, a cominciare dal loro Commissario Luigi Palma – per inabissarsi negli altrettanto dolenti anfratti della miseria umana, e non mollare un’impresa disperata. Non solo per voglia riscatto professionale. Per questo è stata lasciata lì – in fondo – Giorgia, cucciolo di uomo. La cui vicenda s’intreccia con altri Cuccioli, rapiti a fini criminali. Ma non staremo qui a svelare la trama di questo felice ritorno dell’autore con i suoi Bastardi di Pizzofalcone. La penna è leggera. Come l’aria frizzante di un aprile che a Napoli sembra accanirsi contro l’innocenza. In una società che si sgretola, dove il privilegio diventa sopraffazione, i poliziotti di Maurizio De Giovanni combattono non solo il crimine, ma anche l’indifferenza verso chi è più debole. Perché quando la violenza colpisce gli indifesi, a perdere siamo tutti. Questa la filosofia della serie dei Bastardi. De Giovanni la rivendica e la persegue. Forse con surplus di melanconico moralismo che può apparire eccessivo in un poliziesco, che appunto del poliziesco ha il piglio e il ritmo. Ma De Giovanni è così, e non tradisce le aspettative di chi lo segue. Da leggere.
Maurizio De Giovanni, Cuccioli per i bastardi di Pizzofalcone, www.einaudi.it