Anche quest’anno la sezione Cinema del Teatro Palladium-Università Roma Tre continua a prestare attenzione al cinema palestinese, anche nell’accezione del documentario. In collaborazione con l’Ambasciata della Palestina, l’Università Roma Tre offre spazio al dibattito e conferma la sua curiosità verso un cinema “altro” presentando in anteprima per l’Italia, il 15 marzo p.v., la proiezione del film 3000 nights, diretto dall’acclamata regista Mai Masri.
3000 Nights racconta la storia di un insegnante palestinese, appena sposata, che viene ingiustamente arrestata e rinchiusa in una prigione israeliana dove darà alla luce un figlio e lotterà per crescerlo dietro le sbarre. Ispirato a una storia vera e girato in un vero e proprio carcere, il film ripercorre il viaggio di speranza di una giovane madre in cui resilienza e volontà di sopravvivenza lottano contro ogni probabilità.
“Per me – afferma Masri – il carcere rappresenta occupazione: quasi ogni singolo palestinese è stato in prigione o ha un parente stretto che ha, quindi penso che a suo modo sia una tipica storia palestinese, ma allo stesso tempo ritengo sia una storia universale perché è un’esperienza che tante persone hanno attraversato e colpisce quindi alcune corde profonde.”
La pellicola è stata premiata al Toronto International Film Festival ed è stato proiettata in vari importanti rassegne dove ha vinto oltre 23 premi. È stata anche selezionata per rappresentare la Palestina ai Golden Globes e la Giordania agli Oscar.
Ecco il trailer del film:
Mai Masri è un’ acclamata documentarista i cui film hanno ricevuto oltre 60 premi internazionali, ed è considerata una pioniera nel mutevole panorama cinematografico Medio Orientale. Di padre palestinese e madre americana, Masri è attiva da più di trent’anni – realizzando in primo luogo documentari che si concentrano su donne e bambini in Libano e nei territori palestinesi occupati. La sua più nota trilogia – I bambini di fuoco, I bambini di Shatila e Frontiere di sogni e paure – ha gettato nuova luce sulla vita dei bambini palestinesi nei campi profughi negli anni ’80 e ’90.
Masri ha iniziato la sua carriera quando quasi nessuna donna palestinese lavorava nel cinema, spronando il coinvolgimento femminile in questa attività tal punto che oggi il 50 % dei film girati in Palestina sono stati realizzati da donne, un traguardo anche rispetto al 5% dell’industria hollywoodiana.