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Morto Gianni Manganelli, una vita tra cinema e scultura

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Con Oreste Del Buono e Hugo Pratt scrisse “Quando c’era lui… Caro lei!”

Lutto nel mondo dell’arte, della televisione e del cinema. E’ morto a Pisa, a 73 anni, Giovanni Maria Manganelli,  scultore, regista, autore televisivo e di cinema. Nato il 5 giugno 1942 a San Giovanni in Persiceto (Bologna), dopo gli  studi al Convitto Nazionale Cicognini di Prato, lo stesso nel quale  studiarono anche Gabriele D’Annunzio e Curzio Malaparte, si trasferisce a Londra per cinque anni, dove si diploma in regia cinematografica. Tornato in Italia, durante gli anni Settanta è a Roma, attivo come  aiuto regista al fianco dei giovani registi impegnati di allora, ma è  nel decennio successivo che firma, insieme ad altri autori, le sceneggiature di una serie di film umoristici con attori quali Paolo Villaggio, Renato Pozzetto e Adriano Celentano. Tra i film che hanno visto impegnata la penna di Manganelli, ci fu, nel 1978, la parodia satirica del fascismo Quando c’era lui… caro lei!, accusato all’epoca di banalizzare la dittatura. Con il regista e sceneggiatore Giancarlo Santi, al soggetto Manganelli partecipo’ con autori del calibro di Oreste Del Buono e Hugo Pratt. Straordinario il cast: Paolo Villaggio, Hugo Pratt, Maria Grazia Buccella, Mario Carotenuto, Orietta Berti. Il film fu talmente osteggiato che fu riproposto con un titolo diverso: Fantozzi contro Fantozzi, anche se il ragionier Fantozzi nel film non compare. Cose da anni Settanta…

All’inizio degli anni  Ottanta Manganelli e’ autore  televisivo per la Rai. Artista eclettico, alla fine del decennio si rifugia in Versilia, a Pietrasanta, per dedicarsi solo alla scultura, forse la sua passione più profonda. Manganelli era  chiamato scultore dell’acqua. I suoi soggetti preferiti sono gli animali (ippopotami, elefanti,  rane, delfini, coccodrilli), le figure umane (“Amanti  in acqua”,”Teta delfina”, “Tramonto con figure in acqua”,  “Nuotatore farfalla”). Manganelli ha donato a Forte dei  Marmi l’opera “I delfini”, mentre a Seravezza ha donato la scultura  monumentale “Psiche”, realizzata con il marmo del Monte Altissimo.