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Alfa Romeo Giulia. Questo è ciò di cui siamo capaci!

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È indubbiamente una delle auto più attese e discusse degli ultimi anni, nonché la più importante nella lunga storia di Alfa Romeo. Si tratta della Giulia. La berlina del Biscione che torna a sfidare le tedesche, la chiave per il rilancio del marchio di Arese, l’auto che segna il distacco tra ciò che è stato e ciò che sarà. Insomma, semplicemente Giulia.

Alfa Romeo Giulia

Fascino italiano. Di lei si parla già da un paio d’anni e la sua prima apparizione pubblica, in versione Quadrifoglio, porta la data di ormai un anno fa. Ma oggi, finalmente, abbiamo avuto la possibilità di vederla da vicino, di conoscerla e toccarla con mano. L’opportunità è rappresentata dall’evento di presentazione in anteprima tenutosi all’interno dell’elegante showroom di Spazio in Corso Valdocco 19 a Torino. Una delle sedi più storicamente legate al brand Alfa Romeo nel capoluogo piemontese. Appena arriviamo lei è li, con il frontale rivolto verso l’ingresso, quasi come se ci stesse aspettando. Il bianco è un po’ abusato come colore in questi ultimi anni, ma sulla Giulia rende davvero tantissimo. Ci avviciniamo lentamente, sfiorando la sua fiancata così pulita ma al contempo muscolosa, fino alla coda in cui dominano i fari a led e il doppio terminale di scarico. Gli sbalzi sono cortissimi, il cofano lungo e l’abitacolo molto arretrato. È vero, quello estetico è un parametro soggettivo, ma questa Giulia è proprio bella, anche in questa variante “umana”.

Alfa Romeo Giulia

Cuore a gasolio. Si tratta di una 2.2 diesel da 180 CV in allestimento Super. Siamo troppo curiosi di sbirciare sotto il cofano e probabilmente l’abbiamo detto ad alta voce perché in un attimo un uomo del personale di Spazio ci si avvicina col sorriso e ce lo apre. Il vano è molto ordinato, con il 4 cilindri coperto da una cover dal design piuttosto curato. Ma ciò che più di tutto cattura la nostra attenzione è la trama a nido d’ape stampata sulla copertura del radiatore, che riprende quella delle prese d’aria creando una sorta di collegamento tra il corpo e il cuore della macchina. D’impatto. L’unità, come detto, è quella da 180 CV ed essendo abbinata al cambio manuale a sei rapporti eroga 380 Nm di coppia. E questa è forse l’unica nota davvero negativa di questa Giulia. Già, perché se la si sceglie con l’automatico a otto rapporti, i Nm a disposizione salgono fino a 450. Una differenza notevole che può potenzialmente cambiare parecchio il comportamento di questo motore su strada. Di buono, però, c’è che con il manuale la coppia massima è già interamente disponibile a 1.500 giri.

 

Alta qualità. Ma la presentazione all’interno della concessionaria Spazio rappresenta anche la prima possibilità di salire a bordo della Giulia. Quando il salone è ormai pieno di persone, noi ci caliamo all’interno dell’abitacolo. La plancia ha un design sinuoso ed elegante: pochi tasti ma dall’aspetto accattivante. E il volante è semplicemente uno spettacolo, con il tasto di accensione incastonato tra le razze. Si respira subito un’aria di qualità che va ben oltre le semplici plastiche morbide al tatto. L’ottimo lavoro compiuto dai progettisti Alfa Romeo traspare da ogni accoppiamento, dal posizionamento dei comandi, dai materiali scelti. Tutto. E probabilmente per molti potrà sembrare una cavolata, ma un altro elemento che trasmette questa sensazione di qualità è il suono che emettono le portiere quando vengono chiuse. Un suono pieno, solido. Nel salone ci sono tantissime persone. L’entusiasmo per il ritorno di Alfa in questo segmento di mercato lo si legge sul volto di tutti i presenti. Sono tutti intorno alla Giulia. La guardano, la sfiorano e mentre viene servito l’aperitivo, in molti si confrontano sul design, sul motore, sull’importanza di questo momento per Alfa Romeo e per l’immagine dell’Italia che il marchio porta con se. Noi intanto, ci spostiamo nei posti posteriori. Anche qui lo spazio non manca, soltanto il terzo passeggero si ritrova un po’ sacrificato per via dell’ingombro rappresentato dalla presenza della trasmissione. Inevitabile su un’auto a trazione posteriore.

Alfa Romeo Giulia

Tutta da guidare. Già perché, udite udite, la Giulia è a trazione posteriore e rappresenta il ritorno di Alfa a questa soluzione, escludendo modelli di nicchia come 8C e 4C. La nuova berlina del Biscione, infatti, non costituisce un salto avanti soltanto in termini di qualità, ma anche e soprattutto in termini di handling e piacere di guida. È vero, noi non abbiamo ancora avuto modo di provarla su strada, ma le premesse sono ottime: sospensioni a quadrilatero davanti e multilik dietro, gomme da 225 mm davanti e da 255 dietro con disegno asimmetrico prodotte da Goodyear , ripartizione dei pesi 50 e 50 tra i due assali e sopratutto una massa che nella variante Diesel manuale è di soli 1.374 kg. Un ottimo risultato per un’auto di 4,63 metri.

Il nostro momento. La musica si abbassa, gli uomini del catering cominciano a recuperare i bicchieri dai tavoli e quelli di Spazio a mettere in ordine depliant e brochures, mentre gli ultimi invitati lasciano la concessionaria. Noi approfittiamo nuovamente di questa quiete per osservare ancora una volta con più calma la Giulia e fare qualche riflessione. Ripassano davanti ai nostri occhi gli sguardi delle tante persone che hanno preso parte alla presentazione. L’entusiasmo nelle loro parole, la fierezza nei loro volti. E allora siamo sicuri di una cosa. La nuova Giulia ha indubbiamente tutte le carte in regola per dare del filo da torcere alla tedesche, ma ciò che più conta è la certezza di avere finalmente la possibilità di riabilitare la nostra immagine. Quella di noi italiani, appassionati e competenti, in grado di realizzare delle vere e proprie opere d’arte su quattro ruote, capaci di non temere la concorrenza di nessuno. Questo è il duro compito della Giulia, dimostrare al mondo ciò di cui siamo capaci e perché no, farci capire che essere italiani non è poi così brutto.

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