Home life style Tutto cambia, schiacciato da YouPorn, Playboy archivia le “playmate”

Tutto cambia, schiacciato da YouPorn, Playboy archivia le “playmate”

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“Il dodicenne in me è molto deluso dal me attuale, ma è la cosa giusta da fare”. Con questa lapidaria dichiarazione al New York Times, il direttore di Playboy, Cory Jones, ha chiuso un’epoca. Dopo 63 anni di onorata carriera porno-soft, la rivista fondata da Hugh Hefner, cambia pelle. Nel senso che non si avvarrà più, dal marzo 2016, della pelle nuda femminile, che è stato il suo punto di forza, forse la sua ragion d’essere. Comunque ha consentito a Hefner di creare un impero di “conigliette”. Certo, al tempo di YouPorn i nudi integrali in carta patinata fanno sorridere e sanno di antico. Ma per più di una generazione di americani (e di italiani, che contavano anche sul replicante Playmen) Playboy è stato un rito culturale illecito e affascinante. Playboy è stato “un creatore di tendenze, un arbitro di stile e un’avanguardia per la libertà politica, sessuale ed economica”, si legge giustamente sul sito della rivista. Un fascino che però si è perso. Sono lontani i tempi del numero più venduto di sempre, 7 milioni di copie nel 1972: le vendite di Playboy in America sono crollate dai 5,6 milioni di copie del 1975 alle 800mila di adesso. Galleggia grazie all’estero. Ottima ragione per cambiare. Ma che cosa potrà diventare Playboy? Esordì con Marilyn Monroe. Ha avuto in copertina decine di star, da Dolly Parton a Madonna passando per Sharon Stone e Naomi Campbell, e nel paginone centrale centinaia di playmate. Poi, certo, ha pubblicato grandi scrittori e grandi inchieste. Ma il quesito è legittimo: tolto il nudo integrale, che cosa resta?