L’acqua come metafora di movimento, flusso, ma anche possibilità di azione e reazione. Questa l’idea che Adrian Paci ha sviluppato per dare vita al progetto artistico che guida “Di queste luci si servirà la notte”, prima personale toscana dell’artista albanese, dall’11 novembre 2017 all’11 febbraio 2018 nelle sedi fiorentine del Museo Novecento e de Le Murate. Progetti Arte Contemporanea e nei comuni di Pelagoe Montelupo Fiorentino, co-produttori dell’evento. La mostra, curata da Valentina Gensini, è promossa e organizzata da Mus.e e rientra nel Progetto Riva (la cui direttrice artistica è Valentina Gensini), realizzato grazie alla partnership e al contributo del progetto Sensi Contemporanei nell’ambito dell’accordo di programma quadro tra Regione Toscana, Mibact Direzione Generale Cinema e Agenzia per la Coesione Territoriale.
Quindici le opere esposte al Museo Novecento, tre delle quali inedite, a cui si sommano le due in mostra a Le Murate. Progetti Arte Contemporanea e le video installazioni di Pelago e Montelupo Fiorentino.
Un corpus di lavori articolato che vede al centro i temi della migrazione, dell’identità e del flusso, sviscerati con intensità e poesia dall’artista, che ha molto a cuore questi soggetti. Rintracciando storie personali e richiamando alla mente fatti e trasformazioni della storia recente, Paci pone al centro la migrazione e la mobilità come una condizione ontologica dell’uomo, quanto mai attuale nell’epoca odierna in cui i concetti stessi di casa e di identità (culturale, politica e sociale) sono continuamente messi in discussione. L’esistenza viene interpretata come una ricerca continua, un movimento perenne e l’acqua, in questo senso, viene utilizzata dall’artista come metafora per eccellenza dell’idea di scorrimento e di flusso.