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“Il confine di carta”, al Museo della Fanteria in mostra la Grande Guerra

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Grande Guerra. Siamo ancora nell’anno centenario, e il Ministro della Difesa Roberta Pinotti accompagnata dal Sottosegretario di Stato Domenico Rossi, dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Gen. Claudio Graziano, dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Gen. C.A. Danilo Errico, alla presenza della curatrice dott.ssa Dal Forno, il 9 settembre ha inaugurato al Museo Storico della Fanteria in Piazza S. Croce in Gerusalemme la mostra Bollettino 1268. Il confine di carta. Questa iniziativa dell’Esercito – spiega una nota – racconta il conflitto a partire dai suoi protagonisti, ovvero, i tanti uomini che, anche non essendo votati alle armi, imbracciarono il fucile per combattere sul fronte, in risposta all’appello del Paese. Un tributo al soldato, al contadino, all’operaio, proiettati in trincea a centinaia di chilometri dalle loro famiglie, nonché alle donne con la gerla al fronte o a quelle che sostituirono gli uomini nelle fabbriche. Il bollettino della vittoria, il numero 1268, sancì la fine della guerra ed è stato assunto quale emblema della mostra, quale memoria dell’istante in cui l’Italia tutta si strinse unita e commossa attorno alla propria Bandiera, guardando alla pace come a un’enorme conquista. Il Ministro della Difesa Roberta Pinotti rispondendo alle domande dei giornalisti ha sottolineato “l’uso della forza non è un desiderio dei militari, ma a volte una necessità – i militari italiani hanno imparato dalla storia della Grande Guerra che la forza è l’ultimo elemento da utilizzare e sono i primi ad essere consapevoli dell’importanza del dialogo tra i popoli”.

“Questa mostra – ha sottolineato il Generale Graziano – ci illustra un mondo passato in molti aspetti, ma che si riverbera ancora oggi nella nostra vita. Un mondo in cui la pace che conosciamo, grazie al superamento del senso della contrapposizione, deriva anche dal sangue delle trincee, versato dai nostri militari in tanti luoghi. Questo racconto è fondamentale perché il ricordo non si deve spegnere, tutti questi racconti devono rimanere nel nostro cuore e questo itinerario storico ci dà l’opportunità per spiegare cosa siamo oggi. Un grande Paese, un grande popolo che ha grande spirito di solidarietà, ma anche orgoglio di essere italiani e di amare la Patria” . Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Gen. C.A. Danilo Errico, ha evidenziato come “con questa mostra, l’Esercito Italiano ha scelto di consolidare quell’ideale continuità di valori che accomunano non solo i militari italiani di ogni generazione, ma un popolo intero che, nella primaguerra mondiale, ha scoperto il senso dell’unità e della nazione”. Il percorso della mostra è articolato su più livelli di comprensione mediante una trattazione differenziata degli argomenti e delle tematiche relative al conflitto, al fine di poter coinvolgere al meglio tutti i visitatori.
Sono previsti i seguenti percorsi:
tattile, che permetta al pubblico di maneggiare alcuni cimeli (elmetti, parti di equipaggiamento);
multimediale, con rimandi ad altre collezioni e/o documenti appartenenti ad archivi storici italiani;
esperienziale, attraverso la ricostruzione di una trincea dotata di impianti audio-visivi per favorire l’immedesimazione del visitatore nel momento storico rappresentato.
La mostra si articola in 20 sale espositive, con 1 bookshop, 122 pannelli didattici, 120 cimeli, 17 pedane espositive, 30 vetrine, 8 manichini con uniformi o abiti d’epoca, 1 trincea (scala 1:1) con superficie coperta 5 x 6 mt., 3 schermi video, 2 touch-screen. La mostra, che ha il patrocinio di Roma Capitale, della Regione Lazio, dell’Università di Roma “Tor Vergata”, dell’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna e della Provincia Autonoma di Trento, e’ aperta dal 10 settembre 2015 al 4 novembre 2018, con i seguenti orari: da martedì a venerdì dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:00; sabato e ultima domenica del mese dalle 9:30 alle 12:30, lunedì chiusura settimanale. L’ingresso è gratuito.

Info: www.esercito.difesa.it
Per le immagini si ringrazia lo Stato Maggiore Esercito

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