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La “Michela” e il genio di un inventore italiano

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Un convegno e una mostra al Senato per un genio italiano poco conosciuto. Così come è poco noto il sistema utilizzato dagli stenografi del Parlamento, una sorta di macchina per scrivere nota come “la Michela”. Antonio Michela Zucco – di cui si celebra il bicentenario della nascia – fu il suo inventore. Nel convengo Suoni, segni, parole: Antonio Michela e l’officina del linguaggio 1815 – 2015, il presidente del Senato Pietro Grasso ha così ricordato l’inventore. “Sono molto lieto di essere presente a questa iniziativa che, ricordando la figura del professor Antonio Michela Zucco, vuole anche esaltare la genialità del nostro Paese. La sua vita si svolse tutta nel Canavese. Nacque il 1° febbraio 1815 a Cortereggio, frazione di San Giorgio. La naturale inclinazione alla matematica, alla fisica, alla tecnica e al disegno lo indirizzò agli studi che compì presso la Regia Accademia Albertina di Torino e poi all’insegnamento, prima come maestro in varie scuole elementari del Canavese, poi nel piccolo Comune di Quassolo e infine come professore di disegno e architettura presso le Scuole tecniche di Ivrea. Morì a Quassolo il 24 dicembre 1886. Se tutta la sua vita fisicamente trascorse in questi luoghi – tranne alcuni viaggi a Milano per presentare la sua invenzione e un viaggio a Parigi dove partecipò alla Grande Esposizione Universale del 1878 – la sua mente e il suo pensiero spaziavano nel mondo universale dei suoni, delle parole, del linguaggio umano. Il suo scopo era di arrivare ad un’espressione grafica del suono delle parole che fosse comune per tutti i linguaggi, cosi come la scrittura musicale lo è per ogni tipo di musica e di strumento. Individuò gli «elementi fonici» necessari alla formazione di tutte le sillabe con le quali possono essere composte le parole, diede ad ognuno di loro un’espressione grafica, un simbolo e un’espressione numerica al fine di stabilirne l’esatta pronunzia in qualsiasi lingua. Quindi ideò un meccanismo per registrare con assoluta precisione simboli corrispondenti a raggruppamenti fonici con la stessa velocità con la quale escono dalle labbra di chi parla. La genialità del sistema, sta nella semplicità e nella chiarezza, caratteristiche che permisero e tuttora permettono alte velocità di registrazione. Per lunghi anni l’inventore lavorò alla costruzione della macchina stenografica, alle prese con problemi tecnici di quasi impossibile soluzione in quel periodo storico (il telegrafo e il recentissimo telefono erano i mezzi più moderni di comunicazione). Un secolo e mezzo fa la tecnologia era poca cosa applicata a questo tipo di ricerche, per quell’epoca assolutamente d’avanguardia. Eppure, lavorando quasi da solo, Antonio Michela riuscì a creare un capolavoro di tecnologia. Ad ispirarlo c’era la grande idea dell’alfabeto universale, che egli perseguì appassionatamente, anche dopo l’affermazione della macchina stenografica. Un aspetto colpisce dell’attività di quest’uomo. Nel libro Passeggiate per il Canavese del 1871, l’autore Bertolotti notava, a proposito del paese di Quassolo: «Non esistono analfabeti ed in ciò ne deve aver merito il già maestro locale Michela Zucco Antonio, infaticabile nell’istruire la gioventù ed ora da parecchi anni professore nella Scuola tecnica di Ivrea». Un successo eccezionale in un’epoca in cui la percentuale d’analfabetismo nelle varie regioni d’Italia superava il 50 per cento della popolazione per giungere a punte del 90 per cento. Questa citazione illumina gli ideali di Antonio Michela, uomo di vita semplice ma ricco di cultura, di curiosità, di attenzione ai valori più alti dello spirito umano. Mi piace sottolineare – ha aggiunto Grasso – come la molla della sua genialità, la sua continua e appassionata ricerca del nuovo risiede nel suo spirito di “maestro”: trovare la chiave più semplice e gli strumenti che consentissero a tutti di conoscere. Il legame tra questo grande personaggio ed il Senato è strettissimo. Dal 1881 la macchina è in funzione presso il Senato. Legislatura dopo legislatura la storia d’Italia è passata sui suoi tasti: il Regno, la Prima guerra mondiale, il Fascismo, la Seconda guerra mondiale, la Repubblica. La passione e la duttilità del suo inventore si è trasmessa e rinnovata nel suo sistema: negli anni la macchina si è trasformata ed è stata adattata alle più aggiornate tecnologie informatiche e, mantenendo il suo aspetto tradizionale, continua ancora oggi a realizzare lo scopo dell’inventore, ovvero l’immediata, completa e precisa diffusione della parola anche in una realtà ove la tempestività è divenuta indispensabile e necessaria. Grazie anche alla grande professionalità degli stenografi parlamentari del Senato, oggi tale sistema continua a garantire in modo adeguato e competitivo la pubblicità dei lavori parlamentari attraverso la realizzazione del Resoconto stenografico dei lavori della nostra Aula legislativa, già consultabile con tempi rapidi in corso di seduta. Possiamo verificare proprio adesso come il sistema permetta una immediata traduzione delle note stenografiche in tempo reale con i due stenografi che stanno riprendendo il mio intervento (in italiano e in inglese): sullo schermo appare la trascrizione immediata. (uno stenografo è del Senato – dott.ssa Torregrossa – l’altro è americano e riprende dalla traduzione in inglese). Una bella occasione questa anche per mettere in evidenza le grandi professionalità che si sono formate in tutto il mondo ed in particolare in Senato. I nostri stenografi parlamentari sono oggi tra i migliori al mondo e costituiscono anche un prezioso tesoro che può essere a disposizione di tutti per la diffusione del sistema e di tale professionalità. Voglio ringraziare l’on. Bonomo che ha voluto fortemente questo incontro, il Presidente del Consiglio regionale del Piemonte ed il Sindaco del comune di San Giorgio Canavese che hanno collaborato per la buona riuscita dell’iniziativa tutti i relatori presenti nonché la famiglia Michela Zucco. In questa occasione la famiglia ha voluto donare al Senato documenti autografi originali che avremo sicuramente cura di conservare degnamente”.

I documenti sono esposti nella Sala Garibaldi del Senato in una mostra visitabile sabato 7 novembre e dal 9 al 13 novembre.

Info: www.senato.it