Antonio Meneghetti, al Vittoriano-Ala Brasini dal 20 maggio al 26 giugno.
Il Complesso del Vittoriano ospita un bello spaccato sulla vita e le opere di Antonio Meneghetti, artista e pensatore al quanto misterioso e non di facile lettura. L’allestimento ci accompagna in questo viaggio, offrendoci la possibilità di osservare esempi del lavoro del maestro Meneghetti, lavoro di ogni fattura. Sono, infatti, presenti sia i famosi quadri astratti che si ispirano alla cultura zen, sia le coloratissime statue dalle forme più disparate. Non mancano gli oggetti di design, famosissimi in tutto il mondo. Meneghetti nelle sue opere tenta di rappresentare niente più che la vita e l’amore per essa. Ogni singola opera, ogni colore usato dall’artista si prodiga in questo senso: una spassionata e profonda celebrazione della vita. Quello che i quadri di Meneghetti trasmettono è un “senso dell’oltre”, una ricerca minuziosa, cosciente e accorta di ciò che ci circonda, osservato da una prospettiva che non si limita alla superficie, ma tenta di raggiungere quella che si può definire “l’anima” delle cose.
Questo aspetto di ricerca e di sguardo che penetra le superfici, è molto evidente nei suoi “dipinti minimali”, bianchi e neri, spessp composti da un unico tratto preciso, quadri essenziali e assoluti.
Ecco che quando ci si accosta a questi dipinti, ci si rende conto che quello che si è voluto rappresentare è proprio “ciò che manca”, il bianco, così come il vuoto nelle sculture fa da protagonista avvolgendo e contornando i segni mostrando un qualcosa che va oltre l’apparenza.
Egli stesso disse della sua pittura: “si tratta di cogliere, tra due colori, il loro denominatore universale, la trascendentalità, il punto di equilibrio luce dove tutti si armonizzano”.
E’ Proprio questo ciò che i suoi lavori esprimono: l’armonia, l’equilibrio invisibile tra gli elementi della composizione. E tutto questo in ogni mezzo espressivo che l’artista ha scelto di utilizzare, che siano i colori e la tela o il vetro o i metalli.
Andrea Gigante