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Le suggestioni ibride dell’arte di Li Chevalier

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Polifonia è il titolo dell’istallazione composta da violini e 30 opere di pittura sperimentale a inchiostro dell’artista franco-cinese Li Chevalier all’interno della mostra “Trajectory of desire”, dal 28 Gennaio visitabile al Macro di Testaccio, in occasione del quarto appuntamento di “FROM LA BIENNALE DI VENEZIA & OPEN TO MACRO. INTERNAIONAL PERSPECTIVES”, ideato e curato da Paolo de Grandis e Claudio Crescentini.

La polifonia è l‘unione di più voci, ciascuna delle quali svolge un proprio disegno melodico per convegere però in una perfetta armonia.

E’ questa, forse, la chiave di lettura dei lavori esposti da Li Chevalier: ogni violino, ogni volto disegnato  sui violini, ogni dipinto a inchiostro dei trenta esposti, di cui alcuni sembrano rappresentare oggetti o soggetti uguali ma ripresi da un punto di vista diverso, rappresenta una delle linee melodiche di questa polifonia, che è il mondo, la vita, come la può vedere un uomo, una polifonia che ha una traiettoria che punta al desiderio, parola polisemantica che può rappresentare molto e suggerire tutto.

L’arte della Chevailer prende inevitabilmente dalla tradizione occidentale elementi che unisce all’arte orientale, creando così un’estetica del tutto particolare che vede tecniche ed elementi europei guardati e costruiti alla maniera della tradizione cinese: si creano cosi suggestioni originali, ibride che comunicano sentimenti rassicuranti provenienti dalla nostra tradizione, senza perdere però il fascino dell’ esotico.

Dipinti di un freddo rassicurante, di un paesaggio che esiste nei ricordi o nella sfera onirica, quelli esposti al Macro. Opere che colpiscono silenziosamente e che rimangono impresse come manifestazioni tangibili di qualcosa che si può trovare solo nell’immateriale.

Una mostra da vedere, da assaporare e da godere.