Palazzo Massimo, ex sede di un collegio di gesuiti poi adibito a museo nel 1998. Entra a far parte come edificio principale del polo del “Museo Nazionale Romano” e comprende Palazzo Altemps e le Terme di Diocleziano. Edificio di origine ottocentesca, ospita una delle più belle collezioni di reperti della storia romana. Il grande palazzo funge da cornice perfetta per le meraviglie che accoglie all’interno, dalla statuaria romana ai mosaici, fino agli splendidi affreschi.
Cristina Vuerich ci guida in questa avventura con sapienza e vivacità nella Roma antica, lungo la scoperta di un mondo antico all’insegna del colore e della bellezza. Impossibile non apprezzare capolavori di così inestimabile valore.
Il secondo piano di esposizione accoglie grandi affreschi e mosaici di numerose ville romane: le domus. In una delle prime stanze si assiste ad una scena raffigurante una sala da pranzo invernale, la così detta “Villa delle Galline Bianche” appartenuta a Livia, moglie di Ottaviano Augusto. La stanza ci travolge con la sua bellezza: le scene campestri raffigurate sono di impressionante realisticità, sembra quasi di trovarsi in un prato vero e proprio. L’illuminazione gioca a variare intensità, creando un’atmosfera molto vicina a quella che forse respiravano i proprietari della villa. Passeggiando per le sale si entra in contatto con una Roma antica nascosta, ma viva, fatta di colori e vivacità. Forse una Roma alla quale non siamo mai stati abituati. Una Roma di marmo bianco
Cristina Vuerich ci ha permesso di comprendere l’intricato ed inscindibile legame tra la cultura romana, quella greca e quella egizia grazie alla simbologia raffigurata nelle immagini. I loro accostamento è un’incedibile fusione multiculturale, perfetta espressione del gusto dell’epoca.
Non solo gli affreschi trafiggono il cuore con la loro bellezza, imperdibile è anche la sezione dedicata alla statuaria. Palazzo Massimo è infatti sede di opere di valore inestimabile. Abbiamo due copie romane del “Discobolo” di Mirone e il famosissimo “Pugilatore in riposo”. Sculture poi come quella di “Augusto in via Labicana” esprimono con forza inarrestabile quello che era la Roma imperiale. Tramite essa si percepisce l’ammirazione, ma anche la sottomissione che dovevano provare i sudditi nei confronti dell’imperatore. Camminare tra le statue infatti ricrea, con l’aiuto di un po’ di immaginazione, quello che un cittadino viveva ogni giorno della sua vita.
Infine nel piano interrato è situata un’enorme collezione di monete dall’epoca dall’antica Roma fino al Regno d’Italia. Si può quindi intraprendere un viaggio attraverso la storia, utilizzando quello che forse è il mezzo che più ha segnato le epoche storiche: la moneta.
Palazzo Massimo stupisce i suoi visitatori, trasportandoli all’interno di un microcosmo in cui “l’antico” resuscita e, se ci si lascia ispirare, sembra quasi di poter rivivere la vita nostri antenati. Oltrepassato quel portone, si parte per un viaggio nel tempo e si giunge lì dove sono le nostre radici, instancabili maestre di vita.
Andrea Gigante