Contaminazioni fra arte e disabilità, questo il fine ultimo della mostra “30 Metri. Auto·Bio·Grafia” del giovane Petar Pitocco, a cura di Ciro Dimita, presso la Sala Santa Rita di Romadal fino al 21 marzo.
“30 metri. Auto·Bio·Grafia” è la seconda esposizione del ciclo di tre vetrine previste per il mese di marzo nella suddetta sala. Concretamente parliamo di un vero e proprio fiume di parole trascritte a mano con un pennarello nero su un rotolo di carta lungo 30 metri che attraversa l’intera Sala. La pergamena racconta attraverso la riproduzione di frammenti di vita quotidiana, la storia autobiografica di un anno di vita dello studente disabile Petar Pitocco. Si tratta di un’opera in cui lo studente diversamente abile, racconta le diverse esperienze della sua vita quotidiana, guidato da alcuni suoi insegnanti del Liceo Artistico Argan di Roma. Petar è uno dei quattro ragazzi disabili che parteciparono nel 2014 al progetto “This is Me”, incentrato sull’ interpretazione di se stessi.
Il lavoro, nato nell’ambito scolastico, rappresenta un’occasione di riflettere sulla vita da un nuovo punto di vista per riuscire a ragionare su una realtà “diversamente-abile”.
Dunque l’importanza della scrittura autobiografica, di un gesto estremamente naturale esteso alla città, dove non esistono più barriere e dove le pareti dell’aula vengono abbattute, affinchè il giovane artista interagisca attraverso la sua opera con il pubblico.
“30 Metri. Auto·Bio·Grafia” è un’opportunità, come afferma lo stesso Dimita «per abbandonare i propri pregiudizi ed incontrare l’altro, apprezzarne le differenze, comprenderne le affinità e scoprirsi, in fondo, diversi e un po’ più umani».
Il ciclo si chiuderà, il 23 marzo con l’inaugurazione della mostra “Pirouette” a cura dell’artista Valentina Palazzari, volta ad interpretare i movimenti ciclici e i cambiamenti del mondo moderno.