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Urban Eyes, a “Il Margutta Veggy Food & Art”

2009

“Urban Eyes”, ossia occhi urbani, che suona come “urbanize”, ossia urbanizzare. Un doppio significato per una doppia chiave di lettura. L’Urban, infatti, diventa l’obiettivo e lo strumento di una mostra che raccoglie le opere di Giorgio Bartocci, DAFF, EFY, Luca Font e NEO: cinque nomi noti nell’urban art con in comune l’uso dello spray e la forte identità di un percorso condiviso ma allo stesso tempo individuale.

 

LA MOSTRA – Si tratta della prima mostra della stagione espositiva de Il Margutta Veggy Food & Art, voluta dalla titolare Tina Vannini con la cura e l’organizzazione di D.d’ARTE e Profilexpo. Una trentina le opere in mostra. “Urban eyes” sarà visitabile tutti i giorni sino a fine novembre.

 

LA MOSTRA – La scintilla urban scocca negli USA, soprattutto a New York, negli anni Settanta e Ottanta. Nasce da un bisogno di creatività libera, fuori dalle logiche del mercato dell’arte, appropriandosi di un territorio dimenticato: le aree a margine dei contesti urbani trascurati o abbandonati, come muri e capannoni, strade e palazzi dissestati. Argomenti diversi, tecniche inusuali, provocazioni sociali e idee surreali: un mix di colori e luci, di strategie e sinergie che si fondono per creare qualcosa di nuovo, una voce di rottura, sull’onda estesa della cultura hip-hop

 

“La compresenza qui in mostra di artisti differenti, pur legati tra loro da momenti di storia comune, – spiega la curatrice Francesca Barbi Marinetti va a sottolineare quanto lo spirito dell’azione creativa urban sia in direzione di un’opera collettiva che comprenda e conservi molteplici segni e significati. Le opere su tela, carta o tavola conservano l’urban come matrice di ispirazione a favore di un percorso di una più personale presa di coscienza artistica. Il confronto diretto con il pubblico, la poetica urban, accoglie un’altra dimensione di sfida che è su piccole dimensioni“.