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Vittoriano, le civiltà lette da Fan Zeng, pittore e calligrafo cinese

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Si impegnarono in tanti, politici e intellettuali, non solo comunisti, dagli azionisti Ferruccio Parri e Giacomo Brodolini all’ex fascista Ugo Spirito. Battistrada il Centro per la collaborazione economica e culturale con la Cina e l’associazione Italia-Cina. Ma nel contesto della guerra fredda raggiungere l’obiettivo non fu facile. Per capire la tortuosità del percorso conviene leggere il documentato saggio La Cina di Mao, l’Italia e l’Europa negli anni della guerra fredda, pubblicato da Guido Samarani e Carla Meneguzzi Rostagni per il Mulino. Sono passati dunque solo 45 anni dal controverso avvio delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica Popolare Cinese e l’Italia, nonostante gli scambi tra i due Paesi fossero in atto da millenni: la Via della Seta, che metteva in relazione la Dinastia Han e l’Impero Romano, i viaggi di Marco Polo e i dialoghi di Matteo Ricci con la civiltà cinese hanno contribuito a creare una relazione unica tra due superpotenze culturali. La mostra di Fan Zeng “La sinfonia delle civiltà” che si tiene presso il Complesso del Vittoriano dal 30 giugno al 27 settembre 2015, curata da Louis Godart, Consigliere per la Conservazione del Patrimonio Artistico del Presidente della Repubblica Italiana, intende illustrare la mutua comprensione cino-italiana nel corso del tempo. Quando il Maestro cinese dà vita a Michelangelo con un potente ritratto, o quando con il pennello cattura l’amicizia di Matteo Ricci e Xu Guangqi (1562-1633), egli presenta la duratura e mutua attrazione e il fertile scambio e contaminazione tra due straordinarie tradizioni. Meno ossessionata dalle esperienze dell’avanguardia o dall’esigenza di un cambiamento drastico, ma rivolta alla tradizione e alla ricerca dell’armonia, l’arte di Fan Zeng è una della variazioni più significative dei temi classici della cultura cinese. Nato 77 anni fa e discendente da tredici generazioni di studiosi, il Maestro ha imposto il suo segno sulla poesia, sulla pittura e sull’arte calligrafica, i tradizionali campi espressivi della classe intellettuale. Nel mondo del pennello del Maestro le linee sono purissime e le sfumature, gli stati d’animo e le emozioni più complesse sono espresse nelle forme più semplici; ma il suo stile è caratterizzato anche da una rara sprezzatura. Mentre l’artista comune si limita ad esibire il suo talento, Fan Zeng non esibisce la sua arte, perché la sua arte, in un certo senso, è una non-arte proprio come la più perfetta azione del Tao è la non-azione. Nei capolavori presentati in questa mostra la ricca biografia di Fan Zeng, la sua immensa erudizione, il suo senso dell’ironia, la sua forte presenza fisica scompaiono. I Quattro tesori dello studio svaniscono e resta solo il Qi, l‘energia vitale, che circola tra il visibile e l’invisibile. La sinfonia delle civiltà è una mostra sul dialogo tra le culture, ma presenta anche la musica armoniosa dello Yin e dello Yan, del vuoto e del pieno, della Terra e del Cielo. Uomo anziano con l’animo di un bambino, Fan Zeng non oppone il passato al futuro, l’Occidente all’Oriente, la permanenza ai cambiamenti, ma proietta la loro eterna armonia. La sua visualizzazione dell’invisibile, che riconcilia gli opposti, è la rappresentazione della saggezza.

La mostra a ingresso gratuito nell’Ala Brasini del Vittoriano (Via San Pietro in Carcere)

Tutte le informazioni in www.comunicareorganizzando.it/mostra/fan-zeng/