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Il genio creativo dei So Does Your Mother sul palco del Contestaccio

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Non è facile trovare un gruppo emergente che sappia unire la ricercatezza stilistica con le atmosfere trascinanti della musica dance, ma i So Does Your Mother dimostrano di aver trovato un equilibrio vincente, esibendosi in concerto al Contestaccio il 7 aprile scorso.

L’apertura degli Shiny Moss, giovane band romana a metà strada fra il grunge e l’hard rock, riesce a coinvolgere il pubblico grazie alla carica adrenalinica dei pezzi, seppur le sonorità non risultino ancora ben amalgamate e convincenti.
Il repertorio dei So Does Your Mother si compone di alcuni brani tratti dal loro primo EP, Fac(e)ing the Animals, una cover di “What is Love” di Haddaway e dal loro ultimo album dal titolo Neighbours, che contiene la collaborazione con Ike Willis, chitarrista e cantante di Frank Zappa. È proprio il grande chitarrista e compositore americano ad aver ispirato il sound del gruppo, che lo omaggia con una versione di “Muffin Man”. Nonostante i nove elementi sul palco, ogni parte strumentale dialoga con le altre, in un intricato intreccio sonoro che costituisce il loro stile musicale, attraversando vari generi fra i quali jazz, rock progressivo, dance music e funk.

La chitarra di Lorenzo Sidoti è carismatica e graffiante, il basso di Gian Maria Camponeschi impetuoso e agile e le tastiere e sintetizzatori di Vladimiro Sbacco sono capaci di impreziosire l’esibizione con effetti creativi. Carmine di Lauro al sax e Francesco Antonini al flauto traverso (anche voce) compongono l’energica sezione fiati che richiama il jazz e il rock progressivo degli anni ’70, mentre la precisione e complessità dei ritmi di Alessio Zappa alla batteria sostiene l’intera  l’architettura sonora del gruppo. La parte melodica è affidata alle tre cantanti: Francesca Faraglia, Domitilla Masi e Maria Onori, abili ad intrattenere sia con cori e controcanti ben bilanciati, sia con semplici coreografie durante i soli strumentali. Il tutto è arricchito da testi articolati, che spaziano dalla mordace ironia di “M.D.”, all’assurda stravaganza di “Killing Sausage” e “Mitile Milite”, quest’ultimo pezzo cantato in lingua latina.

Anche se la presenza di virtuosismi tecnici a volte può risultare artificiosa, forse per eccesso di estro, i So Does Your Mother non perdono mai la godibilità e il coinvolgimento che fanno del loro “progressive rock dance” un prodotto di qualità da tenere d’occhio.

Simone Zangarelli