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“Il jazz per me è libertà e trasgressione”, Paolo Damiani in concerto domenica all’Eliseo

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Ritorna sullo stesso palcoscenico, ma con un’orchestra diversa: il Maestro Paolo Damiani, domenica prossima, 21 febbraio, si esibirà in concerto al Teatro Eliseo di Roma con una nuova band. Dopo aver diretto l’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti, il Maestro torna con la “Paolo Damiani new band”.

Maestro, un nome che è una garanzia … ci vuole parlare di questa formazione?
E’ un quintetto che ha suonato poco insieme, solo l’anno scorso in un paio di concerti, ma a cui tengo molto. E’ una formazione che sancisce la collaborazione mia con Rosario Giuliani, tra i più grandi solisti di sax esistenti, oltre che ottimo docente da noi, al Conservatorio di Santa Cecilia. Poi ci saranno Luigi Masciari alla chitarra e Alessandro Paternesi alla batteria, che conosco entrambi da parecchio, sin dai tempi in cui erano allievi del Santa Cecilia: adesso sono docenti, oltre che ottimi musicisti. Infine, ma non per ultimo, Francesco Fratini alla tromba, che è ancora uno studente, ma suona già come fosse un veterano.

“Festival percorsi jazz”: è un omaggio ad un certo tipo di musica. Cosa dovranno aspettarsi gli spettatori? Qualche anticipazione sul programma?
Il gruppo esprime le diverse anime dei solisti: i brani, composti da noi stessi, sono caratterizzati da melodie abbastanza riconoscibili, ma non banali. E’ un jazz fruibile a qualunque livello, non un prodotto cervellotico, piuttosto costruito in maniera da generare un ascolto consapevole. Inoltre c’è molto interplay sul palco, prodotto di un sentimento d’affetto e di stima reciproci. C’è insomma ciò che dovrebbe esserci in qualunque concerto jazz. Questo perché noi ci ascoltiamo molto, “non ci si suona addosso” come si dice in gergo, ma si lascia spazio alla creatività di ciascun elemento, cercando di creare una poetica comune.
Rispetto all’ultimo concerto all’Eliseo – quando ho diretto l’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti, composta dai migliori nuovi talenti italiani, tra i quali anche Francesco Fratini – questa volta suonerò io stesso, insieme ad altri amici.

Con Rosario Giuliani soprattutto c’è un legame che va al di là del rapporto professionale …
Sì, siamo tutti buoni amici in realtà: ci si vede per suonare, ma anche per elaborare strategie o semplicemente per parlare del più e del meno. E’ un rapporto che si percepisce, anche da parte di chi non sta sul palco. Con Giuliani in particolare: dopo essere stati reciprocamente ospiti dei dischi l’uno dell’altro, l’8 marzo, in occasione della presentazione del suo ultimo lavoro, “Il lato nascosto delle cose”, suoneremo di nuovo insieme.

Bene, per concludere: cosa significa “jazz” per il Maestro Paolo Damiani …
Libertà e trasgressione. Faccio la musica che mi piace di più, me la scrivo da solo e scelgo io i partner con cui suonare: questo è un lavoro, anzi è un’attività che mi consente la massima libertà di trasgressione perché cerco di fare sempre qualcosa di inaspettato. Non tanto nel senso dello stupido infrangere delle regole, piuttosto nel tentativo di inventare qualcosa sempre di diverso, che poi è anche il senso dell’arte: stupire cercando di rinnovarsi sempre. Non è facile, ma è quello che siamo chiamati a fare, è la nostra missione.