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Villa Ada incontra i Black Mountain

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Il Villa Ada Festival si distingue ogni anno per la varietà e la qualità dell’offerta musicale proposta, pronta a soddisfare i gusti più bizzarri del pretenzioso pubblico romano alla costante ricerca di sonorità nuove e stimolanti. Un evento unico a cui va riconosciuto il merito di non scivolare mai nella banalità delle proposte riunendo un pubblico sempre più ampio e variegato. Lo si può notare fin da subito gettando uno sguardo sulla scaletta dei nomi presenti in questa stagione 2016, da classici come Alan Parson Project a veri innovatori della musica come Dub FX passando per Tyler The Creator fino al nostrano Calcutta. Insomma Villa Ada regala un ottimo (e forse unico) motivo per passare l’estate in città, assaporando dell’ottima musica all’aperto in compagnia delle tartughe che abitano i laghetto della villa.
Lunedì 4 luglio è toccato ai Black Mountain tuffarsi sul palco di Villa Ada insieme al trio pesarese dei Soviet Soviet che ha aperto il concerto della band canadese in tour per presentare l’ultimo album dal titolo (non a caso) ”IV”. La scaletta è composta per più della metà da tracce tratte dall’ultimo album tant’è che l’andamento dell’live sembrerebbe speculare a quello del CD, aprendo la scaletta con l’onirica ”Mother of the Sun” e la frenetica ”Florian Saucer Attack” prime due tracce dell’album. Nonostante il pubblico non fosse particolarmente numeroso, i numeri sono stati sostituiti dalla calorosa partecipazione e dall’affetto dimostrato per la band.Sarebbe inutile dilungarsi nelle qualità tecniche dei musicisti difatti per farsi un idea basterebbe ascoltare un qualsiasi album della band per accorgersi dell’elasticità e talento dei suoi componenti, va comunque notato come la qualità mostrata in studio si rifletta sul palco con l’aggiunta di quella comunicazione diretta e quel calore che in studio è impossibile da rendere per motivi evidenti.

I Black Mountain rievocano influenze anni 60/70 ma senza che ciò intralci lo sviluppo autonomo della loro musica,al contrario l’abilità e l’intelligenza dei suoi membri si risolve in un prodotto avvincente e originale capace di ritagliarsi uno spazio di riguardo all’interno del panorama musicale internazionale, disorientando l’ascoltatore talvolta con le sonorità morbide e psichedeliche del synth talvolta con quelle grezze e sporche della chitarra trasportando lo spettatore sempre un po’ più lontano dall’ordinarietà delle cose imbarcandolo in un viaggio fantastico e immaginario in direzione dell’onirico.