Sensazioni opposte per quanto riguarda la Coppa Italia delle romane. Roma e Lazio: la lupa ferma al palo degli ottavi e l’aquila che si regala un quarto di finale contro l’avversaria di sempre, la Juventus. Letali alla squadra di Garcia i rigori contro lo Spezia, ma anche l’aridità in attacco (ultimo gol di Dzeko nel 6-1 subito contro il Barcellona). La furia autolesionista di un gruppo svuotato nell’anima provoca l’imponderabile trasformando un tranquillo ottavo di Coppa Italia in uno psicodramma lungo due ore e mezza. Il capitan Fracassa, appunto Garcia, che annunciava fino a qualche mese fa scudetti e coppe. Ora con la frase “Fino alla morte” porta il malaugurio peggiorando perfino la situazione.
La crisi viene da lontano, almeno un anno, ma la parola d’ordine è resistere, con un allenatore dimezzato e una squadra da oltre 100 milioni di ingaggi. E un Totti alla soglia dei 40 anni impotente in tribuna, costretto a vedere la sua Roma che si sfascia. Ma quello che più fa male al cuore del capitano è lo stadio vuoto, i tifosi dello Spezia che applaudendo e urlando coprono addirittura i fischi inferociti dei dispersi tifosi romanisti. Il tifo passionale sparito come la Curva Sud sempre più deserta. E’ fallito o almeno sta per farlo il progetto della Roma americana, non sarebbe da meravigliarsi se presto Pallotta &C. levassero le tende. Fossero circolate meno chiacchiere e si fossero vendute meno illusioni adesso sarebbe tutto più accettabile.
La Lazio, invece, trova la vittoria nella ripresa per 2-1 contro l’Udinese. Una rimonta che sa di segnale di riarmo per i biancocelesti. Al gol di Kone gli uomini di Pioli questa volta non sono naufragati e senza perdersi d’animo prima con Matri e poi con il giovane Cataldi (anche se in presunta posizione di fuorigioco) sono riusciti a qualificarsi ai quarti. Certo per continuare la cura domenica in campionato c’è un brutto cliente. L’Inter capolista che non lascia spazi in difesa per bucare la porta di Handanovic. Il cuore che ci hanno messo gli uomini di Pioli oggi potrebbe servire per fare una buona prestazione a San Siro. Tante le sorprese in questa edizione della Coppa Italia.
Oltre allo Spezia anche Alessandria e Carpi hanno fatto il colpaccio. La giornata di mercoledì passerà alla storia in quanto le piccole ammazzagrandi hanno infierito eliminando Roma, Fiorentina e Genoa. Alla faccia di quello che diceva Lotito quando in estate l’hanno intercettato mentre manifestava il suo affaristico snobismo contro le squadrette, sembra che gli “squadroni” facciano apposta per accanirsi su queste parole. Sul tabellino non vanno Dzeko, Pavoletti o Babacar, ma Bocalon, Di Gaudio e Acampora. E’ la sublimazione dell’impegno e della passione, che premiano chi dai suoi orizzonti provinciali considera ancora la Coppa Italia una vetrina di lusso. Dall’altro canto l’umiliazione più imbarazzante per i grandi club dei grandi capitali e delle grandi rose che sempre ogni anno chi l’una chi l’altra arriva in finale.
Di seguito i quarti di finale che si giocheranno il 20 gennaio: Lazio-Juventus, Napoli-Inter, Spezia-Alessandria e Milan-Carpi.