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Morto a 103 anni Emilio Bianchi, l’ultimo eroe dei “maiali” della XªMAS

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Se ne è andato in punta di piedi. La notizia è circolata nei social il 15 agosto. Oggi la conferma. A 103 anni, a Torre del Lago, è morto il comandante Emilio Bianchi, Medaglia d’oro al Valor militare, che fu uno dei protagonisti della storica impresa di Alessandria d’Egitto del 1941. Un eroe italiano. Palombaro della Regia Marina, forzo’ una delle più difese basi navali e affondo’, in un’azione di commando a bordo di un cosiddetto maiale, la nave da battaglia inglese Valiant. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha espresso, personalmente e a nome della Difesa, il suo profondo cordoglio ai familiari e alla Marina militare. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa , Generale Claudio Graziano, lo ha definito “eroico combattente, animato da ardente volontà di successo ed esempio per tutti gli uomini e donne con le stellette di ieri, oggi e domani”. Nato a Sondalo nel 1912, Emilio Bianchi fu volontario nella Regia Marina dal marzo 1932 ed assegnato alla categoria Palombari, frequentò il Corso di specializzazione presso la Scuola CREM (Corpo Reali Equipaggi di Marina) del comprensorio del Varignano (La Spezia) ed al termine si imbarcò sulla nave idrografica Ammiraglio Magnaghi, con la quale compì poi due crociere idrografiche nell’Egeo e nel Mar Rosso. Nel 1934 imbarcò sull’incrociatore Fiume, dove conseguì la promozione a sottocapo, e nel 1936 venne destinato al 1º Gruppo Sommergibili della Spezia. Conseguita la promozione a Sergente nel 1937, passò ad operare nella Xª Flottiglia MAS, dando inizio all’addestramento che lo doveva poi far diventare Operatore dei mezzi d’assalto subacquei. Durante il conflitto partecipò, nel grado di 2° capo Palombaro, ai due tentativi di forzamento della base inglese di Gibilterra (ottobre e novembre 1940), quindi all’audace forzamento della base di Alessandria come 2° operatore del Siluro a lenta corsa n. 221 condotto dal tenente di vascello Luigi Durand de la Penne. Partito da bordo del sommergibile Scirè nella notte del 18 dicembre, dopo aver superato gli sbarramenti penetrò con il suo capo operatore all’interno del porto e portò il suo mezzo esplosivo sotto la chiglia della nave da battaglia inglese Valiant, che per lo scoppio, affondò all’alba del 19 dicembre. Venne colpito durante il tragitto da intossicazione di ossigeno, a causa del durissimo sforzo che compì durante le cinque ore di immersione, fu costretto a risalire a galla, dove fu scoperto dalle sentinelle di bordo assieme al suo comandante e venne rinchiuso in un locale di bordo posto nelle immediate vicinanze della santabarbara. Si salvò fortuitamente dopo lo scoppio della carica, che provocò l’affondamento della nave. Venne condotto in un campo di concentramento e rimpatriato al termine del conflitto. Promosso per meriti di guerra capo di 3ª classe e di 2ª classe, nel 1954, a scelta, conseguì la promozione a capo di 1ª classe palombaro. Venne insignito sempre dopo il conflitto per l’azione di commando nel porto di Alessandria d’Egitto con la Medaglia d’oro al valor militare. Nel grado di Ufficiale del CEMM (Corpo Equipaggi Militari Marittimi) prestò successivamente servizio al Centro Subacqueo del Varignano, al Nucleo Sminamento di Genova ed infine all’Accademia Navale di Livorno, terminando la carriera nel grado di capitano di corvetta.

Il siluro a corsa lenta detto "maiale"
Il siluro a corsa lenta detto “maiale”

La motivazione della Medaglia d’Oro
«Eroico combattente, fedele collaboratore del suo ufficiale dopo averne condivisi i rischi di un tenace, pericoloso addestramento lo seguiva nelle più ardite imprese e, animato dalla stessa ardente volontà di successo, partecipava con lui ad una spedizione di mezzi d’assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con un’azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l’abnegazione degli uomini. Dopo aver avanzato per più miglia sotto acqua e superato difficoltà ed ostacoli di ogni genere, valido e fedele aiuto dell’ufficiale le cui forze erano esauste, veniva catturato e tratto sulla nave già inesorabilmente condannata per l’audace operazione compiuta. Noncurante della propria salvezza si rifiutava di dare ogni indicazione sul pericolo imminente, deciso a non compromettere l’esito della dura missione. Col suo eroico comportamento acquistava diritto all’ammirata riconoscenza della Patria e al rispetto dell’avversario.»
Alessandria d’Egitto, 18-19 dicembre 1941.