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Una settimana bellissima dello sport italiano

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L’abbraccio sincero e tutto pugliese fra Flavia e Roberta Vinci nel centrale Flushing Meadows, dove vincitrice e vinta per una volta hanno quasi lo stesso sorriso, suggella a tarda sera di un sabato italiano una giornata anzi una settimana fra le più intense e travolgenti dello sport italiano.

basket-danilo-gallinari-italia-serbia-fb-fip-370x246Dai trionfi europei dell’Italbasket (Israele asfaltata 82 a 52) alla trionfale Vuelta di Fabio Aru passando per il quinto posto di Misano di Valentino che guadagna altri punti su Lorenzo autore di un’altra caduta, siamo al culmine di una serie di emozioni che hanno riportato lo sport italiano in prima pagina nel mondo dove sventolano come un refrigerio alle tante notizie tristi che offre la cronaca quotidiana. Per la verità una brutta notizia arriva anche da New York dove Flavia, con la coppa della felicità fra le mani annuncia al microfono il ritiro. Sono state tante le buone notizie questa settimana che quest’ultima sicuramente passerà in secondo piano. Quell’Italia che dopo aver arrancato per tutta l’estate, si è alzata sui pedali, ha infilato canestri impensabili, ha schienato avversari sulle immacolate materassine della lotta, ha sparato e lanciato nastri tricolori fino alla beffa finale nel tiro e nella ginnastica ritmica. La carica poi della nazionale di basket finalmente in formato Nba che, in un’impresa europea ancora tutta da scrivere, sta raccogliendo sul percorso quegli eserciti di appassionati dei canestri in crisi di astinenza. Ma accanto al tennis non può che esserci l’arrembante scalatore sardo Fabio Aru che, dopo un duello infinito con avversari sempre diversi, ha completato proprio ieri la sua impresa epica che regala il sesto successo italiano a una Vuelta spagnola in crescendo di interesse a valori tecnici. Fabio-Aru-Giro-dItalia-Ufficio-stampaLe stesse tradizioni del tiro a volo che nei Mondiali casalinghi di Lonato, dopo le amarezze riservate all’esordio da Jessica Rossi, ha riservato all’infinito la gioia mista di amarezza di un oro diventato argento all’ultimo Giovanni Pelliello la gioia mista di amarezza di un oro diventato argento all’ultimo tiro di finale e spareggio. Le stesse tradizioni della squadra di ginnastica ritmica che dopo la metamorfosi da Farfalle a Leonesse ai Mondiali di Stoccarda ci ha negato il bronzo per soli dieci centesimi.