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Le donne studiano di più e guadagnano meno, lo dice l’Università di Verone

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L’Università di Verona ha presentato oggi il primo Bilancio di genere, per il triennio
2018-2020. La fotografia della popolazione studentesca di Ateneo restituisce una situazione dove la presenza femminile nella componente studentesca rappresenta oltre il 64% degli iscritti. La proporzione degli iscritti cambia in relazione alle
diverse aree di studio, evidenziando come le donne prevalgano in  odo netto nelle aree di studio relative alle scienze sociali, alle scienze dell’istruzione e naturali e all’area della sanità. Le studentesse, inoltre, mostrano una maggiore propensione alla mobilità internazionale, in uscita e in entrata, superando il 70%, e hanno anche maggior successo negli studi: le laureate in corso costituiscono il 62% circa del totale e il 68% delle persone laureate con 110 e lode è donna. Pur a fronte di un tasso di occupazione sostanzialmente paritario nel genere, a 5 anni dalla conclusione del percorso formativo, dopo qualunque corso di laurea, la retribuzione netta mensile delle laureate è inferiore a quella dei laureati: benché a livello italiano il gap retributivo sia maggiore, anche a Verona per le laureate è confermata una prospettiva di minori retribuzioni rispetto ai colleghi uomini (con laurea magistrale: donne 1.436 euro, uomini 1.706 euro; con laurea magistrale a ciclo unico: donne 1.593 euro uomini 1.880 euro. “Il Bilancio – ha spiegato il Prorettore Roberto Giacobazzi – offre l’opportunità di osservare lo stato dell’arte e progettare il futuro di un ateneo aperto alle pari opportunità e all’accoglimento della sfida della diversità di genere”.