La delusione, e l’amarezza, vengono affidate al sito http://vaticaninsider.lastampa.it/. Lo fa in una intervista il presidente uscente della Comunità Ebraica Roma, Riccardo Pacifici, mentre è in corso la campagna elettorale per il rinnovo dei vertici dell’ebraismo della Capitale. Delusione per come sono andate le due giornate  romane del leader palestinese Abu Mazen, la cui entità nazionale era peraltro stata riconosciuta dal Vaticano nei giorni scorsi. Una due giorni di abbracci, in occasione della  canonizzazione di due suore palestinesi.

“Abbiamo vissuto tutto questo e l’esortazione del Papa ad Abu Mazen ‘angelo di pace’ come una beffarda ironia della sorte”, dice a Giacomo Gaelazzi Pacifici, che non manca di ricordare il possibile coinvolgimento del presidente palestinese nella vicenda dell’Achille Lauro. “Mentre è in atto contro i cristiani il più  grave genocidio della loro storia, ci aspettavamo – rivela Pacifici – che Francesco chiedesse ad Abu Mazen di tagliare ogni legame con Hamas e i finanziamenti dei paesi che sostengono il massacro di ‘crociati e infedeli'”. Per il presidente degli ebrei romani, Papa Francesco dovrebbe “chiedere conto ad Abu Mazen del tradimento della fiducia da noi tutti riposta un anno fa in quella preghiera in Vaticano. E invece è stata un’escalation di odio e violenza: il brutale assassinio di tre ragazzi israeliani rapiti nel territorio controllato dall’Anp di Abu Mazen e poi lo scoppio di uno dei pù’ terribili conflitti degli ultimi vent’anni”.

“Si affida a un angelo della morte –denuncia Pacifici – la speranza di pace, mentre noi ebrei vogliamo veder sorgere uno stato palestinese non al posto di quello di Israele ma al suo fianco, assieme alla garanzia per ogni israeliano (ebreo e non) di poter vivere in sicurezza”. Nel confermare l’auspicio della visita del Santo Padre alla Sinagoga Maggiore, Pacifici aggiunge: La comunità ebraica di Roma, la più antica della diaspora occidentale, si è mobilitata contro le stragi Boko Haram e del Califfato islamico. Per le vittime cristiane abbiamo spento le luci al Colosseo con la Comunità  di Sant’Egidio. In queste ore la nostra base vive come un tradimento le immagini che arrivano dal Vaticano. Nonostante tutto rimane la speranza”.