Assalto ai turisti, come il 18 marzo al Bardo di Tunisi. Assalto del fondamentalismo islamico a una Tunisia che si stava riprendendo dopo la strage che costò la vita a 22 persone. Lo schema si è ripetuto con esiti ancor più tragici – in pieno ramadan – la mattina del 26 giugno a Sousse, località turistica a sud-est della capitale. Il bilancio è ancor più tragico. Trentasette i morti, dispersi sulle spiagge dei due alberghi aggrediti. Le vittime sarebbero in gran parte cittadini britannici e tedeschi. Non si ha notizia di vittime italiane. Secondo quanto riferito da Mohamed Ali Laroui, portavoce del Ministero degli Interni tunisino, un almeno un uomo armato di kalashnikov ha fatto irruzione all’interno del Riu Imperial Marhaba di Port El Kantaoui, a circa 10 km dalla città. Contemporaneamente sarebbe scattato l’attacco sulla spiaggia davanti al resort. I due terroristi responsabili dell’attacco sarebbero arrivati via mare a bordo di un gommone e avrebbero fatto irruzione sulla spiaggia. A quel punto uno dei due avrebbe aperto il fuoco con granate e nascondeva il kalashnikov sotto un ombrellone che aveva in mano. Nel 2014 inoltre un attentatore suicida si era fatto saltare in aria su una spiaggia di Sousse, senza causare alcuna vittima.