Duemilacinquecento anni di storia che rischiano di sparire. Non da oggi, in verità. Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, è chiamata “la città che muore” da alcuni decenni. Ha un fascino incomparabile, soprattutto quando la valle dei calanchi tufacei che la circonda, al mattino è coperta dalla nebbia. E  Civita spunta magicamente al centro, come Mont Saint Michel dalle acque dell’alta marea.

Gli appelli per salvarla sono stati innumerevoli. Gli abitanti della frazione si sono ridotti a poche unità, che aumentano solo con la presenza di alcuni stranieri che l’hanno scelta come residenza temporanea. La natura non è benigna con Civita. Le rocce friabili sulle quali gli etruschi la edificarono continuano ad erodersi. Il rischio della sparizione è concreto. Da questo rischio nasce l’appello lanciato dal presidente della Regione Lazio Zingaretti, volto a ottenere per Civita e la sua valle il riconoscimento come patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Zingaretti lo ha fatto a Roma, nella sede dell’Associazione Civita (che dal borgo ha preso il nome),  del quadro del progetto ABC Arte Bellezza Cultura,presente naturalmente il sindaco di Bagnoregio, Francesco Bigiotti, molto preoccupato dalle frane nelle ultime settimane.