Sessantacinque vincitori, non poco per una kermesse come Sanremo che vive da oltre un lustro. Nel susseguirsi delle varie edizioni ci sono stati quelli che hanno trionfato per il solo piacere del pubblico e a volte non meritavano la vittoria. Un esempio furono questi sconosciuti Jalisse che nel 1997 con la loro “Fiumi di parole” vinsero sbaragliando la concorrenza di Patty Pravo (in gara con “E dimmi che non vuoi morire) e l’eterno secondo Nek (“Laura non c’è”). Forse loro verranno ricordati magari anche perché la loro canzone in qualche film o in radio ancora viene trasmessa. Ma chi oggi ha nella propria mente i vincitori non famosi delle scorse edizioni.
Una delle prime a non essere ricordata è Franca Raimondi con la canzone “Aprite le finestre” che vinse nel 1956, cinque anni dopo il bellissimo motivetto di Betty Curtis “Al di là” sembra essere scomparso dai radar dell’albo d’oro dei vincitori. Negli anni 70, precisamente nel 1975, Gilda con “La ragazza del sud” che trionfò ricevendo i complimenti della critica e tutti i premi che esistevano in quella edizione a Sanremo. Oggi dimenticata e non viene neanche più cantata in qualche programma Rai. Nel 1979 ad arrivare primo fu Mino Vergnaghi di Vercelli con la canzone “Amare”, mai sentita più dopo gli anni ’80, finita come meteora. Nel 1992 la bellissima poesia di Luca Barbarossa che con “Portami a ballare” vinse commovendo la mamma e la platea dell’Ariston, ma oggi poco se la ricordano. Nell’era moderna forse quasi nessuno sa che Alexia, che ai Festivalbar aveva quasi sempre successo, trionfò nel 2003 con “Per non dire no”. Oggi ne questa e ne altre canzoni di Alessia vengono ascoltate più.
Chissà in questa edizione 2016 quale canzone sarà quella dimenticata tra qualche decennio. Intanto da martedì cominciamo ad ascoltarle e ad apprezzarle di più.