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Tsunami, il modello che simula l’emergenza nel Mediterraneo

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Realizzato dal team di Achilleas Samaras dell’Università di Bologna per scoprire le aree a rischio nel nostro mare

Gli Tsunami sono un pericolo per tutte le comunità che vivono sulla costa, non solamente sulle coste oceaniche ma anche nel nostro Mar Mediterraneo. A dimostrare cosa succederebbe nell’ipotesi, neanche troppo remota, di un disastro come uno Tsunami con epicentro vicino la Sicilia e l’isola di Creta è l’Università di Bologna ed il team del Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale di Achilleas Samaras, che ha pubblicato sulla rivista “Ocean Science” uno studio a riguardo.

Lo studio del team di Samaras ha ipotizzato una serie di Tsunami nel Mediterraneo per riuscire a prevenire un disastro che, secondo gli esperti, potrebbe colpire una volta ogni 100 anni. “Le nostre simulazioni – ha aggiunto Samaras – possono servire per aiutare le autorità nel creare un database completo di possibili scenari di maremoto nel Mediterraneo, identificare le regioni più vulnerabili e pianificare correttamente la loro difesa”. In entrambi gli scenari descritti dallo studio sugli Tsunami, un disastro del genere porterebbe disagi alle aree costiere fino a 5 metri sul livello del mare, sommergendo 3.5 km di territorio sull’isola di Creta. Nel caso di uno Tsunami nel sud dell’Italia, le aree di Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicate sarebbero sicuramente le più coinvolte.

In passato anche nel nostro Mar Mediterraneo si sono originati degli Tsunami di grandi proporzioni, anzi, secondo gli esperti oltre il 10% dei sismi sottomarini si sviluppa proprio nel Mediterraneo. La storia ci ha tramandato testimonianze di un grande disastro nel 365 d.C., che ha provocato migliaia di vittime proprio nelle vicinanze di Creta e della Grecia, coinvolgendo anche la città di Alessandria; nel 1908 invece è stata la Sicilia al centro di uno Tsunami che ha colpito tutto l’isola, con particolare attenzione alla città di Messina, provocando onde alte più di 10 metri con terremoti di magnitudo 7.0.