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All’ITC Teatro Elena Bucci in scena con “Autobiografie di ignoti ovvero Barnum”

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Sabato 18 novembre 2017 la Stagione di Prosa dell’ITC Teatro prosegue con la straordinaria voce, intensità e presenza scenica di Elena Bucci in Autobiografie di ignoti ovvero Barnum.

Autobiografie di ignoti ovvero Barnum è l’ultimo capitolo di un progetto sull’improvvisazione e la comunicazione tra le arti, nel quale Elena Bucci affronta la sfida della creazione di un racconto che scivoli dalla poesia all’improvvisazione, dal racconto al canto, dalla danza al piccolo gesto quotidiano. A partire dall’osservazione dello scorrere delle vite in un luogo apparentemente neutro e casuale come un bar, nello spettacolo si intersecano l’autobiografia dell’autrice, quella di personaggi che ha incontrato nella sua terra di Romagna, quella di tante persone che ha conosciuto o sfiorato, le invenzioni e le storie che loro le hanno ispirato, la parola poetica di Pessoa e l’ispirazione alla multiforme visione di Virginia Woolf.

«Seduta a un tavolino di un bar, che forse è il mio e forse no, guardo la gente che passa, beve, parla, beve, tace, guarda, pensa, beve, ride, se ne va. Nel mio bar, perché è mio, è sempre notte tarda, poco prima della chiusura, quando gli ignoti appaiono orfani o profughi, naufraghi dall’Occidente. Fantastico sulle loro vite, su tutte le infanzie e tutte le morti. Intravedo i sogni inquieti e i legami. In loro mi perdo, mi moltiplico, mi dimentico. Una patologia, un difetto? Mi sembrano re e regine, principesse e principi prigionieri dell’incanto. Il bar somiglia al mondo d’Occidente che muore. Dove sono gli assassini? Io sto lì come un vampiro inoffensivo, un affettuoso testimone» (Elena Bucci).

«Elena Bucci immerge da subito lo spettatore in un’atmosfera sospesa, lo cattura con un’audace contaminazione di recitazione, danza, canto […]. L’accento romagnolo rende quasi familiare la narrazione spezzata e impressionista di vicende qualunque, le “autobiografie di ignoti”, che si dipanano da un gesto, da un motivo appena accennato per poi scivolare con abilità da un personaggio all’altro, fra commozione e ironia. […] Un po’ Sei personaggi in cerca d’autore, un po’ autobiografia immaginaria, lo spettacolo accosta parlato quotidiano e citazioni da Virginia Woolf e Allen Ginsberg, Colazione da Tiffany e Romagna mia: è il medesimo struggimento, la stessa improvvisa felicità senza motivo, che si insinua sottopelle e ti accompagna anche fuori dal teatro» (Simona Lomolino – Stratagemmi).