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A Bologna arriva Ballet de l’Opéra National du Rhin con i suoi cavalli di battaglia

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La nuova stagione del Teatro Comunale di Bologna prosegue il prossimo 17 febbraio (ore 20.00) con il primo dei quattro appuntamenti con la danza. Il Ballet del l’Opéra National du Rhin – una delle più importanti compagnie europee, con oltre 40 anni di storia, diretta oggi dal ballerino e coreografo bolzanino Ivan Cavallari – propone un dittico di due titoli celebri del suo repertorio moderno e contemporaneo.

In apertura una creazione di oggi, Without su musiche di Fryderyk Chopin firmata nel 2008 dal celebre coreografo francese Benjamin Millepied, che è stato direttore del Corpo di ballo dell’Opéra de Paris, celebre anche in ambienti non teatrali per le coreografie del film Black Swan (2010) e il matrimonio con l’attrice Natalie Portman. Without è un brano per 10 danzatori su musica di Fryderyk Chopin (soprattutto Studi e Preludi), compositore molto amato dal coreografo, che riproduce nei corpi l’atmosfera romantica del grande pianista. Una danza sensibile costruita su una tecnica classica brillante e lirica al tempo stesso, declinata in cinque passi a due. Nata originariamente per Dances Concertantes, la prima compagnia americana di Millepied, Without ha debuttato nel 2008 al Joyce Theatre di New York e successivamente è entrata nel repertorio anche del Balletto del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo.

Quindi La strada, balletto, in un atto e 12 quadri di Mario Pistoni, lavoro neorealista commissionato nel 1966 dal Teatro alla Scala sul soggetto dell’omonimo film premio Oscar di Federico Fellini del 1954 e con le musiche elaborate dallo stesso Nino Rota, autore già della colonna sonora cinematografica. Considerato fra i più celebri balletti italiani del secondo Novecento, primo balletto ispirato a un film, è stato rimontato per il Ballet de l’Opéra National du Rhin da Guido Pistoni, nipote del creatore originale. “Era un’idea meravigliosa – ricorda Mario Pistoni – Mi pareva impossibile non averci pensato prima. Il tema aveva tutte quelle componenti che reputo ideali per uno spettacolo coreografico: la tramutabilità a balletto dei fatti, la credibilità dei personaggi, autentici, vivi ancor oggi in certe zone del sottosviluppo, la teatralità e la stimolante convivenza tra il mondo agro ma fantastico del circo con quello crudo e realistico della vita, il tutto (così ballettisticamente più qualificante) impregnato di poesia, di azioni e reazioni semplici e genuine”. La storia disperata e struggente di Gelsomina e Zampanò viene così narrata nel balletto riprendendo i temi inconfondibili della colonna sonora che vengono rielaborati e anche affiancati da materiale musicale composto da Rota per altri capolavori felliniani.