La voce fuori campo del vecchio padrone del bar (prestata da Alessandro Haber), malato di cancro alle palle, un anno di vita più o meno, razzista e maschilista; il nipote del vecchio che ha l’aspirazione di arricchirsi con servizi funebri per animali di piccola taglia; un bipolare zoppo dal pene piccolo sui trent’anni che fa il ladro e che desidera vendicarsi delle umiliazioni del liceo ammazzando i suoi vecchi compagni; un melariano buddista e sensibile che lotta per la liberazione del Tibet e che subisce violenza domestica dalla moglie, donna in carriera che vuole un figlio ma che non ne vuole sapere di tutte le fatiche della gravidanza; Mirka (la bravissima Beatrice Schiros), ucraina dai modi duri che ha affittato l’utero al melariano e alla sua violenta moglie in carriera e che se ne sta dietro al bancone a servire gli altri personaggi, a dirgliene quattro quando serve,a bere qualche bicchiere di troppo… è l’unica donna in mezzo a questi casi umani, quella che ha subito di più, l’unica che non si lamenta. A raccontare questi personaggi c’è Swarovski, scrittore e cinico spettatore del mondo, che deve produrre un libro sulla trincea e che non aspetta altro che scroccare un’altra media chiara.
Eccoli gli Animali da Bar, scritti da Gabriele Di Luca, in scena al Piccolo Eliseo fino al 22 Gennaio.
Torna così Carrozzeria Orfeo, dopo il successo riscosso con Thanks for vaselina, con uno spettacolo dal ritmo veloce e costruito su dialoghi che alternano luoghi comuni a parole taglienti, creando un effetto di sorpresa nello spettatore che in 100 minuti di rappresentazione non si annoia un attimo.
Uno spettacolo che emoziona e caratterizzato da trovate interessanti, che riflette sul mondo e sulle persone, che mette in scena cinque personaggi che potrebbero rappresentare un solo essere umano in tutta la sua complessità e così sei miliardi di uomini nella loro similitudine.
Da non perdere.