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“Il contrario di tutto” : una commedia leggera

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Il contrario di tutto” di Luca Sgamas debutta al Teatro Ambra alla Garbatella, portando in scena uno specchio di quello che è il declino culturale dell’Italia dei nostri tempi.

Riflettendosi, lo spettatore viene condotto all’interno di una parentesi evanescente, ironica, un po’ surreale, lontana dalla pesantezza degli accadimenti politici ed esistenziali quotidiani.

Quella di Sgamas è una commedia che riesce nella sua totalità ad essere leggera, umoristica,  a tratti qualunquista; divertente nei suoi sketches e negli arrangiamenti con cui “la banda” presente sul palco fa ridere lo spettatore; una piéce che conduce colui che vi si immerge a ridere di un’epoca passata, delle sue illusioni e di quelle che poi ne sarebbero derivate.

Quest’opera racconta la storia di Adele, una ragazza convinta di avere come padre un rivoluzionario che poi si rivelerà tutt’altro.

Un soggetto teatrale interessante che Sgamas avrebbe potuto però sviluppare maggiormente, portando in profondità una carrellata di battute, canzoncine, idee brillanti che vanno poco oltre le risa: un soggetto teatrale con molte potenzialità e possibili risvolti nel gioco tra menzogna e verità, realtà e illusione,  identità e identificazione che qui rimane sospeso in una superficie  tanto leggera quanto a tratti culturalmente disturbante tra rimesse a nuovo della Divina Commedia, vanto dell’ignoranza, versi musicati leggermente omofobi, misticanza di linguaggi comuni ai più  che faticano a portare sul palco qualcosa che vada oltre la propria stessa leggerezza,  che non per forza deve  voler dire – come diceva Calvino – superficialità, ma un planare sulle cose dall’alto, riuscendo a dare uno sguardo d’insieme a eventi di vita, accadimenti, esperienze che possono essere da spunto per una riflessione ulteriore, tutto questo mantenendo l’ironia e l’umorismo – elementi cardine di quest’opera- una leggerezza che non prende posto fra il no-sense e il divertimento più inconsistente, ma che riesce ad andare oltre una superficie che qui diviene stridore e troppo spesso risa da bar.

Joele Sahel Schiavone