Nel 1962 usciva un film che avrebbe fatto la storia del cinema, che avrebbe raccontato un paese nel pieno del boom economico e descritto una società che, rapidamente, stava cambiando in modo vistoso.
Sto parlando del capolavoro di Dino Risi, Il Sorpasso.
Roma, il giorno di Ferragosto. In giro non c’è nessuno, la città sembra abbandonata. Bruno Cortona (Vittorio Gassman), quarantenne spavaldo, amante delle donne, affamato di cibo ma ancor più di vita, vaga in cerca di un telefono e di un pacchetto di sigarette. E’ quasi l’ora di pranzo quando viene accolto dal giovane Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant), che è rimasto in città a studiare per preparare un esame di giurisprudenza.
E’ l’invadenza di Bruno e quel misto di attrazione e timidezza di Roberto, che portano i due a intraprendere un viaggio sulla SS. 1, l’Aurelia, la mitica via consolare che da San Pietro porta fino in Francia, la strada che in quegli anni portava i borghesi in vacanza in Versilia.
Il viaggio, a bordo di una Lancia Aurelia B24 spider, farà rivalutare ai due amici occasionali ricordi fermi e idealizzati nel passato e farà maturare i caratteri complementari dei due personaggi.
Oltre a Roberto Mariani, Bruno Cortona e gli altri personaggi secondari che creano un‘impressione dell’ Italia del ’62, elemento essenziale del film è la strada: è proprio l’Aurelia che collega tutto e tutti, che è occasione di sviluppo interiore e che fa crescere i personaggi.
Quando parliamo de “Il Sorpasso” dobbiamo ricordare che ci troviamo davanti al primo Road-movie, al film che fu distribuito negli stati-uniti col titolo “The easy life” e che ispirò Dennis Hopper per il suo mitico “Easy Rider“.
Dal 14 al 26 Febbraio va in scena al Teatro Quirino, teatro intitolato proprio a Vittorio Gassman, un interessante adattamento teatrale del film di Risi: Luca Di Giovanni diventa Roberto e Giuseppe Zeno fa Bruno.
Lo spettacolo, che riprende molto dalla sceneggiatura della pellicola, mette a fuoco il rapporto che si instaura fra i due protagonisti al livello psicologico, facendo sì che il viaggio, più che sull’Aurelia, si svolga nell’io dei personaggi, concentrandosi sulle loro aspirazioni, velleità, paure e conflitti.
Il Sorpasso viene svuotato dunque dei riferimenti storico-sociali e la storia diventa quella di Bruno e Roberto, in un continuo confrontarsi di modi di essere e di vivere.
Non è cosa facile quella di trasportare un film a teatro, non è facile sopratutto per un road-movie e, se la regia di Guglielmo Ferro riesce a rendere molto bene molti elementi e molti momenti (in particolare è emozionante e quasi da groppo in gola il tragico finale,con Roberto che è in un vortice di vita e si è lasciato alle spalle ogni timidezza, ogni freno e corre con Bruno verso Viareggio,verso la ragazza di cui è innamorato), qualcosa viene perso o rimane non troppo chiaro al livello di sceneggiatura e di caratterizzazione dei personaggi.
Se in alcuni momenti, ad esempio quando Bruno si ferma davanti all’incidente di un camion che trasporta elettro-domestici ( che tra le altre cose ha causato una vittima) ed è particolarmente interessato a questi ultimi che sono rimasti sulla strada, rimane poco comprensibile cosa sta accadendo e sopratutto quale sia il reale interesse del personaggio interpretato da Zeno se non si è visto il film, in altre occasioni, il carattere di alcuni personaggi cambia quel poco che li distanzia dall’originale, mutandone profondità e suggestioni (per dirne uno, la sicurezza della Zia Lidia che è diversa da quella interpretata da Linda Sini nel film di Risi).
La recitazione è molto buona e da segnalare è la bravura e l’aderenza al personaggio di Roberto Mariani di Luca Di Giovanni.
Belle anche le scenografie di Alessandro Chiti e le musiche originali di Massimiliano Pace.
Uno spettacolo che vale la pena vedere, anche solo per un confronto tra le due versioni e per fare una riflessione sui differenti aspetti messi in evidenza.
Ricordiamo e consigliamo, inoltre, la possibilità per tutti di partecipare alla proiezione in sala del film alle ore 16.30 di sabato 18 febbraio con ingresso libero fino ad esaurimento posti.