La ricerca spasmodica di felicità a tutti i costi può passare attraverso varie vie, come ad esempio quella dell’adozione. E il cammino che una coppia felicemente sposata – almeno all’apparenza – è capace di compiere per avere un figlio può rasentare davvero l’impossibile. Anche a costo di assumere un’altra identità, tentando di corrompere, a volte con qualche risultato, gente a noi vicina, ma anche persone totalmente sconosciute.
“Daddy Blues” è l’apoteosi degli equivoci: tra menzogne, fraintendimenti e mezze verità, quella messa in atto al Teatro degli Audaci altro non è che non una storia della nostra quotidianità, portata al limite dell’assurdo. L’architetto Carlo Petrini – abilmente interpretato da Flavio De Paola, che è anche regista dello spettacolo nonché direttore del Teatro – sa dopotutto che, per risolvere l’affaire, bisogna sempre fare i conti con l’impassibile rappresentante dei servizi sociali, la signora Benincasa, un’impassibile signorina Rottermeier che incombe come un tuono in una situazione di calma apparente. Ma quella che doveva essere una semplice pratica burocratica di assegnazione del piccolo Ludovico alla famiglia Petrini si trasforma in una vera e propria baraonda, su cui si innestano storie di tradimenti, di false identità e di nuove scoperte. Il tutto tratteggiato con una leggerezza che non scade affatto nella banalità, anzi invita lo spettatore ad una profonda riflessione. Ad ognuno poi le sue conclusioni, certo, ma meglio farlo con il sorriso in bocca (sembra quasi suggerire qualcuno dal fondo della sala).
I personaggi tratteggiati ricalcano, ognuno a modo suo, diversi modi di vivere la vita, portando in scena una carica umoristica ed emozionale piacevole e a tratti accattivante. La commedia dei legami è messa lì, davanti allo spettatore, che è tentato, quasi come per istinto, a simpatizzare con il suo personaggio preferito. Sembra un gesto quasi naturale, ma d’altronde, riprendendo le stesse parole di commiato di De Paola a conclusione dello spettacolo, “se non puo’ esistere teatro senza spettatori è altrettanto vero che senza teatro non può esserci civiltà”.
Ultima replica domenica 11 gennaio, ore 18
Teatro degli Audaci