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“La gente di Cerami”

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La realtà è che pur conoscendo la figura di Vincenzo Cerami (certo so chi era) non è che proprio conoscessi in maniera approfondita le sue opere. E a parte i film dove lui era sceneggiatore e il fatto di essere stato allievo di Pier Paolo Pasolini,  sceneggiatore per Roberto Benigni ( La vita è bella, Il mostro, Il piccolo diavolo) Sergio Citti, Gianni Amelio, Ettore Scola, Giuseppe Bertolucci, Marco Bellocchio, Mario Monicelli, non ero entrata prima di questo spettacolo teatrale ” La gente di Cerami ” nel suo mondo, ecco. Non amo nemmeno il teatro. Lo so, non è bellissimo da dire ma questa mia mancanza sarà ancora più importante ai fini del perchè dovreste andare a vederlo.

C’ è una premessa essenziale che devo fare. Occupandomi di musica e non amando il teatro, ovviamente “mi sono fatta mandare ” …perchè? Perchè lo spettacolo in questione nasce dalla direzione artistica di Nicola Piovani e ovviamente le musiche sono le sue. Mi occupo di musica, quindi capirete che la figura di Piovani è essenziale. E arrivare a intervistarlo era il sogno della mia vita e quando c’ero riuscita l’Unità ha chiuso. Lo stesso giorno eh. Sono rimasta a casa tre giorni a pensare a questa cosa, quei tipici sogni spezzati sapete. Fine. C’è da dire che io abito nello stesso quartiere del maestro, quindi lo vedo spesso e dire spesso è anche poco ma visto il mio terrore nemmeno ho mai provato a salutarlo. E le cose andando avanti non sono migliorate. Quindi mi sono detta attravesro questo spettacolo puoi fare due cose: capire chi era Vincenzo Cerami e salutare Piovani. Ovviamente sono andata sicura e serena pensando che sarà una sala grande e io Piovani manco lo vedo. No. La sala piccola, al massimo 50 persone …ma noi ansiosi abbiamo sempre il destino dalla nostra parte. Perchè  la stanza è piccola, gli strumenti sono qui davanti a me, il mondo di Cerami mi è quasi sconosciuto, se il Maestro suona qui io mi lascio morire ( ovviamente il tono ironico). Invece magia…il maestro Piovani è dietro a un separè nero e quindi non muoio e inizio piano piano a rilassarmi e cercare di entrare nella gente di Cerami. Intanto guardarsi intorno è la prima cosa da fare…vedere chi e come è venuto a “sentire” questo mondo. La gente è “normale”, lo so che sembra un termine assurdo. In realtà mi aspettavo un pò quelli snob, quelli che non ti rivolgono la parola durante gli spettacoli, perchè si sentono superiori. Devo averlo pensato ad alta voce perchè la signora accanto a me mi risponde sorridendo “noooo !!!è Cerami, quella gente  non era la sua”.

Lo spettacolo ” la gente di Cerami ” è la messa in scena di alcuni racconti dello scrittore adattati da Aisha Cerami , con la regia di Norma Martelli, le musiche di Nicola Piovani, le sculture di Sergio Tramonti . Al flauto e alla chitarra Alessio Mancini, alle tastiere e fisarmonica Sergio Colicchio. Gli attori sono Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo.

Si rimane basiti dalla bravura di Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo. Il fatto che un attore riesca a farti vivere, entrare con una tale forza emotiva nel personaggio di uno scrittore è veramente raro da trovare oggi, specie per una come me che non riesce a mantenere la concetrazione a teatro. E invece in quel momento, quando Wertmuller e la Ferruzzo  interpretano quella gente , quel quotidiano , quella realtà fatta di piccoli frammenti che mescolano il grottesco , il veritiero e l’ingenuo insieme, la gente di Cerami appunto, il marito che cerca gli spicci nella borsa della moglie e trova una lettera di addio nei confronti dell’amante( suo migliore amico) struggente, talmente struggente che lo porta poi a rivendicare il fatto che la moglie è sua, si entra totalmente in quel quotidiano. La disperazione, la perdita, l’acuta osservazione dei minimi dettagli fa sì che la scrittura di Cerami risulti agli occhi lucidamente attuale. Si ride e si sorride tanto, perchè di fondo è il gioco narrativo dello scrittore in causa. La banalità degli antieroi raccontata attraverso la risata. Lo spettacolo è intimo perchè intimi sono i sentimenti dei protagonisti in fondo, il dolore e il dramma portano sempre all’intimità. Tornando a casa si ha la sensazione dello “stare bene” . Di avere sorriso seppur dell’amara realtà ma attraverso una forma di sollievo. Chi non conosce Vincenzo Cerami dovrebbe vedere lo spettacolo …alla fine ti viene in mente che Vincenzo Cerami è “quello” del “borghese piccolo piccolo”. Tutto torna e sarebbe bello se uno scrittore come Vincenzo Cerami tornasse alla generazione di oggi anche solo per chiedersi ” Chi era Vincenzo Cerami”.

 

“La gente di Cerami” al Teatro Vascello dal 14 Ottobre al 17 Dicembre

Venerdì, Sabato ore 21.30

Domenica ore 18.30

Graziella Balestrieri

 

*Giornalista per Il Manifesto e Rockon