Dal 2 al 13 aprile al Teatro Argentina Carla Chiarelli dirige ed interpreta ”La Ragazza Carla” di Elio Pagliarani. L’opera di Pagliarani è un esempio pregiato della lettaratura neoavanguardista e sperimentalista Italiana della seconda metà de 900. ” La ragazza Carla” immerge il pubblico nella ”vita” di una giovane donna, Carla Dondi, nella Milano del dopoguerra, una Milano che cresce demograficamente ed economicamente dando vita a nuove classi sociali e paesaggi urbanistici. Carla un po’ confusa viene gettata in questa dinamicità economica e sociale senza tuttavia covare particolari ambizioni o passioni, senza conoscere il proprio posto nel mondo, esso gli viene assegnato coercitivamente e senza possibilità d’appello. L’esistenza di Carla oscilla così tra il rifiuto e la rassegnazione per qualcosa che non ama e che non vuole, ma che non può abbandonare (Il proprio lavoro).Il testo di Pagliarani esamina con forza e lucidità le contraddizioni drammatiche della società Italiana del dopoguerra, che ad oggi, a distanza di decenni risultano ben più marcate e appariscenti. La quotidianità di cui l’opera parla si riflette in una scelta linguistica ermetica, disordinata e frammentaria ad imitazione del reale che essa mira a raccogliere e ad esplorare. Come osservava Adriano Spatola tra i protagonisti della letteratura avanguardista italiana ”La caratteristica fondamentale della poesia di Pagliarani è indubbiamente quella del lavoro en plein air,fuori da qualsiasi torre d’avorio, lontano da ogni specie di recinto sacro […] La conseguenza più vistosa di questa maniera di procedere è una dilatazione pressoché senza limiti del linguaggio, che si trasforma in una macchina complicatissima costruita apposta per scendere in fondo alle cose”. Carla Chiarelli con passione ed eleganza svela allo spettatore le nervature più complesse ed enigmatiche dell’opera di Pagliarani instaurando un contatto intimo e diretto con il pubblico. Pensieri e insicurezze di Carla Dondi fluiscono leggiadre attraverso la sensibilità di Carla Chiarelli che reagala una prova attoriale dal forte impatto emotivo. Tuttavia non può essere considerato uno spettacolo alla portata di tutti, sia per la capienza massima di 25 spettatori sia a causa della difficoltà intrinseca dell’opera; difficoltà a cui la Chiarelli (a ragione) decide di non ovviare, rifiutando uno svilimento del testo con pericolose semplificazioni.