Meraviglia improvvisa che coglie l’osservatore, nello sguardo attento che attende. Risposta della voce al battito del cuore che accelera, mentre il respiro si sospende, la bocca si spalanca e la mano si avvicina per chiuderla: lo stupore si mischia all’emozione nel turbinio confuso di sentimenti irrefrenabili. Meraviglia! Punto esclamativo alla fine di una frase, attimo di sospensione nell’aria nel salto verso il cielo. Le parole si muovono tra di loro, si rincorrono, si incontrano e si scambiano un inchino di riverenza prima di iniziare la danza della poesia: Meraviglia. La meraviglia è il gioco della confusione di colori, parole, suoni che si fondono insieme in un connubio armonioso. Meraviglia spesso incomprensibile, che arriva all’improvviso, invadente e pervasiva. Meraviglia del bambino che si stupisce, meraviglia dello stupore che è bambino, meraviglia che torna e ritorna come i ricordi dell’infanzia, nella fiaba che incanta nel racconto dove tutto è meraviglia. Così Il tempo scorre lentamente per intonarsi alla melodia fluente delle parole in rima, meraviglia della metamorfosi continua nello spettacolo della meraviglia: “Talia si è addormentata” è la giostra della fiaba che ritorna bambina per stupire nuovamente. Al teatro Trastevere, dal 6 al 9 aprile la fiaba si riveste con l’eleganza della rappresentazione teatrale dalla regia di Francesco Petti per regalarsi al pubblico. La versione più antica de “La bella addormentata” si diverte a meravigliare. Lo spettacolo prende spunto da “Sole Luna e Talia” de “Lu cunto de li cunti” di Giambattista Basile, spingendosi in luoghi immaginari e fantistici, dove i personaggi si susseguono con grazia e armonia. L’abilità istrionica delle tre attrici Cinzia Antifona, Valentina Greco e Francesca Pica ( compagnia Polis Papin) ricrea un’armonia surreale. Travalica il racconto fiabesco per tramutarsi in una vicenda che coniuga l’originale barocco alla sensibilità del dramma e la giocosità della commedia, la fiaba si ricrea attraverso nuove sfumature di ombre e luci sonore e visive ( scene e costumi di Domenico Latronico) , in una sinestesia che giostra la vicenda con maestosità. La fascinazione coinvolge i sensi nella visione e nell’ascolto e non si esaurisce nell’immediatezza della scena, ma retrocede dietro le quinte di “Talia si è addormentata” con una retrospettiva simbolo dell’attesa che precede la meraviglia: Dario Vegliante indaga la nascita dello spettacolo con una serie di fotografie della fase preparatoria raccolte in SCAr/tTI PRIVATI , scatti che colgono con minuzia ed eleganza particolari delle prove e della realizzazione scenica, privandoli della dimenticanza cui sono destinati per restituire al pubblico la meraviglia incessante di uno sguardo che sa andare oltre.