All’ Itc teatro dell’ Argine di San Lazzaro va in scena Personale Politico Pentothal-Opera rap per Andrea Pazienza, di e con Marta Dalla Via e con Omar Faedo(Moova), Simone Manegruzzo(Dj MS), Michele Seclì(Lethal V), Alessio Sulis(Rebus), Roberto Di Fresco(Giobba).
Personale Politico Pentothal è un’opera rap che rende omaggio al grande fumettista Andrea Pazienza. Con uno stile che è ormai una firma e accompagnata dal vivo da cinque giovani rapper, Marta Dalla Via restituisce un concentrato onirico di vicende personali e collettive nella Bologna delle contestazioni studentesche.
La scenografia è composta da un divano blu, una scrivania e un dj set. Dietro la scrivania siede un personaggio interviene comicamente con motivetti e battute durante i monologhi della Dalla Via e funge quasi da spettatore (attivo) sul palcoscenico che però potrebbe anche essere un arbitro, un conduttore vero e proprio, visto che sul palco si esibiscono teatralmente cinque rapper che formano, insieme a frammenti, voci e registrazioni degli anni ’70, la colonna sonora dello spettacolo. Quando i rapper cantano le luci cambiano colore e si accende anche una macchina del fumo come in un vero concerto.
Marta Dalla Via non crea solo una miscela di rap e teatro ma, coerente al suo stile, da vita a una miscela di parole dialettali e straniere, forgia espressioni cannibali come “champagne molotov”, “una flebo di tomarindo”, una lingua che ricorda quella Arancia Meccanica o di qualche libro di Tondelli o Brizzi. Diversi modi di dire vengono dallo slang bolognese come “mi arriccio e appiccio la canna“, “sono al brevo”, “storie pese”.
La regista ritrae dei veri e propri quadri rappresentativi del periodo storico e del messaggio che si vuole trasmettere: il ricordo dello sballo, dei pomeriggi e delle notti perse dietro alle droghe con gli Skiantos in sottofondo, il funerale di Francesco Lorusso: una cesta di fiori al centro ed intorno i giovani rapper arrabbiati, indignati.
Eh sì, la droga e i morti delle manifestazioni degli anni ’70 e ’80 e di oggi fanno riflettere, fanno rabbia.
E’ proprio così che Marta Dalla Via conclude lo spettacolo: ”Non voglio morire arrabbiata”.