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Quartieri dell’Arte, ecco “Call me god”: 4 testi per discutere sul fascino del male

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Dopo una lunga serie di rappresentazioni al Residenz Theater di Monaco di Baviera arriva a Viterbo il primo studio in lingua italiana di Call Me God, grazie a Quartieri dell’Arte, che riapre ancora una volta, dopo poche settimane da Corpus1462, l’ex cinema Corso a Viterbo, chiuso da circa 30 anni. Appuntamento domenica 18 e lunedì 19 alle 21 in Corso Italia 103.

In Call me God si affiancano quattro drammaturghi in una scrittura a più voci per affrontare uno dei temi più urgenti dei nostri tempi: il rapporto tra la sicurezza e la libertà degli individui. Il punto di incontro per Gian Maria Cervo, Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier, Rafael Spregelburd, autori diversi per origine geografica e culturale, stile e percorso teatrale, sono i Beltway sniper attacks, gli attacchi dei cecchini della circonvallazione, che nell’ottobre 2002 tra Washington D.C., il Maryland e la Virginia causarono dieci vittime.

Un fatto di cronaca che ha causato molto scalpore negli Usa, ma deliberatamente scelto per questo lavoro perché poco noto in Europa. Da qui parte un inedito esperimento di scrittura multipla: ognuno dei quattro drammaturghi infatti scriverà una sezione di testo autonoma, condividendo però le sue impressioni con gli altri: alla fine sarà von Mayenburg a montare la stesura defini­tiva, senza omologare i diversi stili ma piuttosto esaltando le differenze e i contrasti, come si trattasse di un quadro cubista.
“Uccidere gratuitamente è la più grande infrazione a tutti i principi morali. Per questo il malvagio è sempre avvolto da un’incredibile aura di fascino si legge nel programma dello spettacolo – scriveva nel 2012 Der Spiegel parlando di Call Me God – e con questa pièce il collettivo di autori formato da Spregelburd, Cervo, Ostermaier e Mayenburg indaga sugli intrinseci motivi per questo fascino, abbinando una raffinatissima analisi a uno stile più popolare. “Abbiamo un problema” affermano ripetutamente i poliziotti durante Call Me God. E gli spettatori si sentono chiamati in causa come parte di questo problema – chiudeva Der Spiegel – ecco la vera abilità di questo spettacolo. In compenso, però, si divertono da morire”.
La versione in lingua italiana è affidata allo studio di Alessandro Machia e vede, come interpreti, Monica Nappo Kelly, Nicola Nocella, Alessia Giangiuliani e Mauro Racanati, insieme agli allievi attori del Centro Sperimentale di Cinematografia Daniele Mariani, Ester Pantano e Alberto Paradossi. Scene e luci sono di Elisabetta Salvatori, i costumi di Sara Bianchi, l’aiuto regia di Vittoria Sipone, il video project mapping di Luca Agnani, le riprese video di Francesco Di Mauro, il suono diGianluca Gasparrini.
La produzione tedesca tra Quartieri dell’Arte, Residenz Theater, Teatro Argentina e Romaeuropa Festival dopo una lunga serie di rappresentazioni che hanno registrato il tutto esaurito quest’anno approda al quarto anno di repliche consecutive in repertorio al Marstall della prestigiosa istituzione teatrale bavarese. Call Me God è stato anche trasmesso in televisione, in Germania, dalla Bayerischer Rundfunk, rete bavarese affiliata alla ARD.

Si consiglia di prenotare i biglietti con una mail a ufficiostampaquartieridellarte@gmail.com. Chi volesse acquistare il biglietto la sera stessa dello spettacolo può farlo a partire da un’ora prima dell’inizio dello stesso presso l’ex Cinema Corso.