“Helter skelter” è il nome inglese dello scivolo che si attorciglia su se stesso: è la confusione di un vortice in cui inizio e fine si mischiano senza essere distinguibili.
I Beatles hanno cantato questo sensazione di scompiglio nell’omonimo brano, con chitarre distorte e bassi che mandano tutto alla rinfusa.
Al teatro Trastevere Helter Skelter è il dramma sconvolgente di Paola Moretti ( regia di Pietro Dattola ) in scena fino al 23 ottobre: uno spettacolo di bellezza inquietante che fa scivolare il pubblico in un universo sconcertante con un sottofondo musicale creato dalle canzoni del gruppo di Liverpool. In un atto unico viene rappresentata la tragedia di una stessa Solitudine , che si rivela nelle vesti di donna non padrona, non più in grado di dominare sé stessa.
Il dolore ha il doppio volto di un travestito ( Simone Castano) e di una moglie e madre vittima di violenze domestiche ( Flavia Germana de Lipsis), inquilini di uno stesso condominio.
Si ritrovano insieme , in una stanza che dà spazio al reciproco strazio, che si espande dal silenzio atavico in cui era stato sempre soffocato per farsi parola.
Il dialogo è un tentativo continuo e arduo di condivisione, i due protagonisti si riconoscono paradossalmente nella stessa condizione di isolamento, che li rende estranei e allo stesso tempo simili. L’incontro con l’altro è un ascolto difficile che permette di riflettersi nell’interlocutore per non restare prigionieri di se stessi e del proprio tormento: nell’avvolgersi nel legame con l’altro, in una spirale che non soffoca ma lascia spiragli di aria e luce, in un vortice di parole, tra urla e sussurri, Helter Skelter diventa un meraviglioso abbraccio.
Anastasia Ciocca