La Storia può essere dimenticata quando si limita a un susseguirsi di date e avvenimenti che si accumulano in una memoria a breve termine per poi svanire in modo irrecuperabile.
Per ricordare realmente ciò che è passato e non banalizzarlo in una ripetizione mnemonica, si può mantenere in vita un’emozione, un sentimento vissuto in prima persona: così accade alla Sala Umberto, dove Federico Buffa rivive le Olimpiadi del ’36, nello spettacolo omonimo (regia di Emilio Russo e Caterina Spadaro) in scena fino al 6 novembre. Sul palcoscenico un’atmosfera ricercata e retrò accoglie musica e parole: le morbide armonie del pianoforte di Alessandro Nidi e il suono nostalgico della fisarmonica di Nadio Marenco, uniti dal canto elegante di Caterina Spadare accompagnano Federico Buffa, nell’interpretazione di Wolgang Fürster, comandante del villaggio Olimpico.
Il racconto è sorprendente, ora riflessivo e melanconico ora incalzante e spiritoso, si riesce così a restituire non solo l’unicità del grande avvenimento sportivo, ma anche il clima politico e sociale degli anni che hanno portato alla tragedia della Seconda guerra mondiale.
Attraverso le storie di alcuni protagonisti dell’epoca, Federico Buffa dà voce a una Storia in cui ciò che è trascorso diventa parola viva e il tempo fluisce coinvolgente tra passato e presente.
Anastasia Ciocca