Home teatro “Circeo”, la coreografia di Fabrizio Favale in prima nazionale a Roma

“Circeo”, la coreografia di Fabrizio Favale in prima nazionale a Roma

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Sabato 23 giugno (21) al Teatro Argentina in prima nazionale Fabrizio Favale e la sua Compagnia Le Supplici portano in scena CIRCEO, un lavoro coreografico che ha appena debuttato con successo al Theatre Nationale di Chaillot a Parigi. Una danza vicina alle origini, complessa ma cangiante, declinata in circolarità elementari e sinuosi arabeschi, tra velocità e lentezza, distanze e approssimazioni. Lo spettacolo si inserisce nell’ambito di G R A N D I  P I A N U R E, vetrina sulla coreografia dedicata agli spazi sconfinati della danza contemporanea, a cura di Michele Di Stefano, che fino al 4 luglio, con ripresa dal 9 settembre all’11novembre, accoglie nomi d’eccellenza e giovani coreografi/artisti sui palcoscenici di ArgentinaIndia, Torlonia e Angelo MaiCirceo, promontorio affacciato sul Mar Tirreno, il luogo mitico di approdo di Ulisse e incontro con Circe, diventa la dimensione in cui si anima questo lavoro che nasce attorno a un’ipotesi spettacolare in cerca di una forma scarna, primitiva, di qualcosa che resta agli albori, «che è pura circolarità, ipnosi, sogno: Circeo. E largo orizzonte, geometria, solco di balene, montagna sottomarina: Vavilov. E sommovimento tellurico, fuochi, fumo, ghiaccio, vulcano subglaciale: Hekla. E fiaba, mantra, formula incantatoria: Circe», racconta Fabrizio Favale. In un orizzonte esteso e privo di riferimenti, antartico, incantatorio, i danzatori affondano pienamente in un universo/mantra senza spessore, leggero e cangiante, fatto della pura ricercatezza e complessità del movimento, tra velocità e lentezza, «di simultaneità intraviste e subito raccolte, di calore e di gelo, di distanze, di approssimazioni, di incontro, di baci, di energia consumata, di corpi spossati e arenati. Nell’incertezza tra il mentale e il fattuale, il notturno e il diurno, si parla un linguaggio che sembra non appartenere più a noi, ma un mare tempestoso».