Bikini o costume intero? Fino al 1946 le donne non si ponevano questa domanda, visto che sul mercato era presente un unico modello. Poi, nell’estate del 1946, ci fu un’esplosione, anzi due. In quell’anno gli americani sganciarono degli ordigni nucleari su un atollo della Micronesia: Bikini, per l’appunto. Poco tempo dopo, lo stilista francese Louis Réard lancia una nuova moda: taglia l’ormai conosciuto costume intero in due pezzi, provocando un vero e proprio effetto bomba sulla società e sugli usi e costumi dell’epoca. Da qui il nome del nuovo costume da bagno.
Questo filmato, che gira da giorni sui vari canali social, mette in scena la storia del bikini. Decennio dopo decennio, vediamo i centrimetri diminuire sempre di più. Più si accorciava la stoffa e più aumentava l’affermazione femminile. Si perché il cambiamento della moda rispecchiava, e lo fa ancora oggi, il cambiamento della società e del ruolo della donna. Il nudo diventa simbolo di libertà e ribellione in quella società che voleva le donne chiuse dentro bustini stretti e coperte dai gonnelloni.
Nel filmato, che vede protagonista la playmate Amanda Cerny, ridiamo davanti all’assurdità di quei pantaloni con i quali la donna andava in spiaggia, ci vergognamo davanti ai costumi così detti “ascellari” degli anni ’90 che abbiamo portato un po’ tutte e ci rispecchiamo con gli ultimi modelli con i quali si conclude il video.
Per sapere come sarà la donna nei prossimi decenni basterà aprire il suo armadio e frugare tra i costumi, perché il bikini è un evergreen sempre in voga, stagione dopo stagione.
Ilaria Del Bono
