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Barbareschi: “O i fondi o chiudiamo l’Eliseo”.

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“Far chiudere L’Eliseo è infliggere una coltellata mortale a Roma”.

Luca Barbareschi  chiude così la conferenza stampa tenutasi questa mattina al Teatro Eliseo, di cui è direttore artistico, aprendo una prospettiva critica sulla situazione di instabilità che mina da tempo la sopravvivenza effettiva del noto teatro romano. Nonostante il favore di numerosi artisti, produttori, teatri italiani e internazionali, Barbareschi ha reclamato la necessità di un imminente contributo da parte dello Stato per garantire la permanenza futura del Teatro Eliseo che sarà costretto a terminare l’attività a fine stagione, a meno di non ricevere un finanziamento pubblico.

Ricordando la rinascita culturale dell’Eliseo sia quantitativa, con un aumento sostanziale di abbonati ormai arrivati a diecimila, che qualitativa, dispiegando la  produzione dal teatro alla musica, fiction ed eventi culturali, è inspiegabile concepire la prossima ineluttabile chiusura di questo spazio, riaperto da due anni dopo essere stato chiuso in quanto inagibile ( paradossali dunque i finanziamenti ricevuti nel lasso di tempo che aveva preceduto la passata chiusura). Barbereschi ha rivendicato il proprio ruolo a servizio di un’istituzione che propone innovazione, centrando il proprio focus sul teatro contemporaneo per illuminare creativamente la realtà attuale, con l’intento di una restituzione affettiva e appassionata.

Il costo  gestionale del teatro di quattro milioni annui è lasciato scoperto dai finanziamenti esigui , non permettendo  quella stabilità necessaria per poter programmare le stagioni future.

Barbareschi ha offerto i dati effettivi delle sovvenzioni statali ad altri teatri nazionali, sottolineando un’evidente squilibrio e una mancanza sostanziale di fondi, che lo costringono a ripiegare con urgenza sui privati, dal momento che le promesse di futuri finanziamente da parte del Ministero non sono state mantenute: infatti  l’emendamento  alla legge di conversione del “Decreto mille proroghe”  con cui il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini avrebbe concesso  4 milioni di euro al Teatro Eliseo in occasione del centenario della sua fondazione continua ad essere negato.

Di fronte a questa mancanza immotivata, Barbareschi ha richiesto la trasparenza che sia in grado di corrispondere a un teatro che si propone estraneo a qualsiasi coinvolgimento di nomina politica e  intenzionato a mantenere il proprio status nell’ottica fondamentale del riconoscimento di una dignità del lavoro, per proporsi come luogo in cui si possa ristabilire un rapporto culturale con un pubblico ormai disabituato al teatro.

La convocazione della conferenza stampa è stata una chiamata aperta di un Teatro che si  sta riscoprendo come unico interlocutore di un dialogo con un panorama circostante sordo agli appelli d’aiuto: tra pubblico e privato, in un orizzonte politico che si chiude su se stesso, la parabola involutiva cui sembra destinato il teatro Eliseo cerca un riscatto che possa mantenere aperto un luogo per dischiuda a un’evoluzione culturale l’intera città.