Home teatro “Masculu e Fiammina”, quando ci si confessa gay sulla tomba della madre

“Masculu e Fiammina”, quando ci si confessa gay sulla tomba della madre

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Masculu e Fìammina, con Saverio La Ruina. Foto ©Masiar Pasquali

Un dialogo con la propria madre che non c’è più colmo di poesia e dolcezze affettive: in MASCULU E FIAMMINA Saverio La Ruina sceglie un cimitero, un mazzo di fiori e una tomba materna per confessare la propria omosessualità allo spettro della donna che lo ha generato. Prende così avvio un flusso dilagante e ininterrotto di parole e coscienza, di tenerezza e di verità nascoste, in scena dal 31 gennaio al 5 febbraio al Teatro India. Una confessione alla madre, avvolta in un delicato e musicale dialetto calabrese, che si colora di leggerezze e ironia, ma che si impregna di frammenti dolorosi di vita passata, di ricordi indelebili, di piccoli grandi dispiaceri e momenti di svolta analizzati a posteriori fino ad attribuirle nuovi sorprendenti significati. Ascoltare la lingua di Saverio La Ruina è un’irresistibile esperienza sensoriale, un progressivo disvelarsi di figure poetiche e di immagini indimenticabili che si dipanano attraverso una struggente neolingua del ricordo.